Cave di porfido Canoni ridotti se si lavora «in casa»
TRENTO Spinta sulla qualità nel settore porfido, in relazione alla nuove norma. A partire dal 2018 i Comuni trentini applicheranno nuovi criteri per il calcolo dei canoni delle cave pubbliche di porfido. La decisione, deliberata ieri dalla giunta provinciale su proposta di Olivi, si inquadra nella recente riforma del settore estrattivo. I nuovi criteri incoraggiano ad applicare fin da subito i dettami della nuova legge, effettuando la lavorazione di materiale grezzo in misura pari almeno all’80% con ricorso a propri dipendenti. Premiati anche i concessionari che acquisiscono la certificazione ambientale di prodotto. La proposta dei criteri è stata approvata dalla «Commissione tecnica». Considerato il perdurare della crisi del settore estrattivo del porfido, oltre ad alcuni aggiustamenti degli attuali criteri, le novità di rilievo sono diverse. Innanzitutto, la riduzione del 20% del canone nel caso in cui i concessionari effettuino la lavorazione di materiale grezzo in misura percentuale almeno pari al 80% con ricorso a propri dipendenti, come previsto dalla legge provinciale sulle cave. La riduzione vale per il triennio 2018 – 2020, in quanto poi lavorare in proprio almeno l’80% del grezzo diventerà un obbligo. Introdotta inoltre una riduzione del canone di 2.500 euro (si stima che possa coprire circa i due terzi della spesa per l’accreditamento) per i concessionari che acquisiscono la certificazione ambientale di prodotto Uni En Iso 14025, al fine di favorire una produzione rispettosa dell’ambiente. Infine, viene aggiornato l’importo del canone annuo minimo, che passa da 20.000 euro a 25.000 euro, sostanzialmente tenendo conto dell’indice Istat, considerato che la tariffa precedente era stato stabilito nel 2003.
Anticipo Le misure premiano chi si adegua da subito alla nuova legge