Accordo Sait, sì dei lavoratori
Chiesto il referendum: 140 favorevoli, 69 contrari. Dalpalù: «Buona mediazione»
La proposta congiunta SaitFedercoop è stata approvata dai lavoratori nel referendum a scrutinio segreto di ieri. Arriva così l’ok della maggioranza dei dipendenti all’accordo che abbassa gli esuberi da 116 a 60. Il risultati ha indotto alla firma anche la Filcams Cgil, inizialmente non disponibile a sottoscrivere l’intesa, che aveva già il benestare di Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. «Non è certo una giornata in cui si può festeggiare — commenta Renato Dalpalù, presidente Sait — tuttavia l’accordo rappresenta una buona mediazione tra le esigenze aziendali e il loro impatto sociale»
TRENTO La proposta congiunta Sait-Federcoop ieri è stata approvata da 140 lavoratori del consorzio, il doppio rispetto ai 69 che l’hanno rifiutata. Questo il risultato del referendum a scrutinio segreto che ha sbloccato la situazione, dopo un‘assemblea in mattinata piena di tensione. Visto il voto netto a favore dell’opzione che abbassa gli esuberi da 116 a 60, anche la Filcams Cgil, fino all’ultimo istante avversa a firmare l’accordo, ha dovuto prendere atto, anche perché per validare l’intesa Sait e Federcoop avevano chiesto l’unanimità. In serata la firma definitiva al Servizio lavoro.
La svolta nella vicenda Sait è arrivata l’altro ieri: il consorzio ha deciso di abbassare gli esuberi a 90 rispetto ai 116 dichiarati nella procedura di mobilità, abbassando i criteri tecnico organizzativi dall’incidenza del 65% al 25%, nella scelta di chi sarebbe stato licenziato. Quindi i nuovi parametri sono così suddivisi; 25% anzianità, 25% carichi familiari, 25% costi legati al livello, 25% criteri soggettivi. Altri 10 posti, scendendo a 80, vengono salvati aumentando nel giro di tre anni la produttività in magazzino. Per gli incentivi all’esodo in campo 1,3 milioni. Il livello di 80 viene abbassato a 60 grazie a 20 ricollocazioni nel sistema garantite da Federcoop, che ha aspettato fino all’ultimo per scendere in campo. Nel giro di due anni, grazie agli incentivi alle aziende, questi venti addetti saranno riassorbiti. Inoltre si sosterranno economicamente e con servizi di supporto le iniziative di auto-imprenditorialità di chi rimane fuori. Infine viene coperta la sanità integrativa nel periodo di Naspi.
L’altra sera la proposta aveva incontrato il favore di Uiltucs e Fisascat Cisl, consapevoli che la trattativa era arrivata al punto di caduta, mentre Filcams Cgil ancora non era persuasa. Ieri mattina, in assemblea congiunta, la spaccatura fra i dipendenti è emersa in modo netto: molte le dichiarazioni di sostegno alla linea della Filcams, da parte dei cassintegrati che, ritenendosi (forse a torto) spacciati, hanno inveito contro Walter Largher (Uiltucs) e Lamberto Avanzo (Fisascat Cisl). In un clima molto sbilanciato verso la contrarietà all’accordo, un gruppo di dipendenti ha avvicinato fuori della sala Cisl e Uil, chiedendo una votazione segreta, perché non se la sentivano di esprimersi apertamente. Alla proposta di referendum, Roland Caramelle della Filcams Cgil non si è opposto. Così sono state aperte le urne, dalle 13 alle 16. Una volta constatato il risultato positivo del voto, i sindacati sono andati al Servizio lavoro. Avanzo e Largher moderatamente soddisfatti di un accordo che dimezza i licenziamenti, Caramelle prendendo atto del voto dei lavoratori.
In serata sono arrivate anche le dichiarazioni cooperative. Il direttore di Sait Luca Picciarelli prende atto con soddisfazione per l’esito della lunga trattativa, che si è conclusa nel modo migliore possibile, stanti le condizioni da cui era partita oltre un anno fa: «I lavoratori di Sait hanno dato un segnale netto, dimostrando equilibrio e responsabilità». Per il presidente Renato Dalpalù «non è certo una giornata in cui si può festeggiare, tuttavia l’accordo rappresenta una buona mediazione tra le esigenze aziendali di ridurre il personale e il loro impatto sociale. Siamo impegnati a sostenere i lavoratori coinvolti nelle procedure di mobilità nella riqualificazione finalizzata alla ricerca di alternative occupazionali».
Per il presidente di Federcoop Mauro Fezzi «questo è sicuramente un passo positivo, che evidenzia la disponibilità di tutte le parti per arrivare ad una conclusione condivisa della vertenza. Spiace per i lavoratori che dovranno comunque essere espulsi, ma l’accordo ha permesso di scongiurare esiti di gran lunga peggiori. Questa vicenda ha visto il sistema cooperativo impegnato in una iniziativa di carattere eccezionale per venire incontro a chi si trova in situazioni di difficoltà. In futuro queste misure pensate per il Sait potrebbero diventare strutturali».