Caso Quarta, confermati i trent’anni
La Cassazione rigetta il ricorso: «Capace di intendere e volere»
La corte di Cassazione ha rigettato il ricorso alla sentenza d’appello nei confronti di Marco Quarta, accusato dell’omicidio della moglie Carmela Morlino, ritenendolo capace di intendere e volere.
TRENTO La corte di Cassazione ha rigettato ieri il ricorso alla sentenza d’appello nei confronti di Marco Quarta con cui veniva confermata la condanna a 30 anni di reclusione per l’agente immobiliare di 41 anni, accusato di aver ucciso a coltellate la moglie Carmela Morlino.
La corte ha giudicato ammissibile il ricorso presentato dagli avvocati difensori dell’uomo Luca Pontalti e Alessandro Meregalli, i quali chiedevano l’annullamento della sentenza perché non era stata prevista alcuna perizia psichiatrica che attestasse la semi-infermità mentale di Quarta al momento dell’omicidio. Contestate anche le aggravanti della premeditazione e della crudeltà.
Opposizioni non condivise dalla corte che ha dunque deciso di rigettare il ricorso confermando la sentenza che assume ora carattere definitivo.
«Come difesa ci riteniamo soddisfatti — spiega l’avvocato Andrea De Bertolini — perché ritenevamo non ci fossero margini rispetto agli elementi emersi durante le indagini per mettere in discussione la capacità di intendere e di volere dell’imputato».