Corriere del Trentino

Breigheche su presepe e croci «Non siamo noi a volerli togliere Gesù e Maria figure del Corano»

- Ma. Da.

Culto Oggi abbiamo il nostro centro che funziona bene Lasciamo che i tempi evolvano

Bufale Gli stranieri non rubano il lavoro Lo dice la statistica: i primi a subire la disoccupaz­ione

C’è stato il tempo dello TRENTO sconforto, quello delle proposte, dei dibattiti, delle soluzioni che si avvitano su loro stesse e il mesto ritorno alla casella di partenza. Ora l’imam Abdulkheir Breigheche non intende forzare la mano: «Aspettiamo che i tempi siano maturi per avere un luogo di culto». Senza strappi, seppure nell’assenza di uno spazio — la moschea — che per la comunità islamica ha un valore che non ha bisogno di raffinate spiegazion­i. A pochi giorni dal Natale, Breigheche cita i passaggi coranici che ricordano la Natività e scardina le immancabil­i boutade sul presepe nelle scuole: «I bambini sono molto più inseriti degli adulti e non sono i musulmani a chiedere di togliere i simboli religiosi, come crocifisso e presepe».

L’arcivescov­o Tisi s’è espresso così sulla moschea: «Ogni religione ha il diritto di avere i suoi luoghi». Una posizione che potrebbe favorire nuovi sviluppi?

«Nel merito, come sappiamo, non ci sono novità. Per cui noi aspettiamo che i tempi siano maturi per un eventuale luogo di culto. Attualment­e ab- biamo il nostro centro che funziona bene, ci dà la possibilit­à di incontrarc­i come al solito. Lasciamo che i tempi si evolvano».

Parla di maturità: della società o della classe politica?

«Un po’ tutto, mi riferisco all’insieme».

Per il cristianes­imo la fine dell’anno coincide con la festività più sentita: il Natale. Per l’Islam questo momento ha particolar­e valore?

«Nel Corano, Gesù e Maria Vergine sono figure elevate, molto sentite. Per cui ricordare la nascita di Gesù evoca in noi sentimenti di serenità e di felicità. Non è una nostra festività religiosa ma tutti noi che viviamo in un Paese a maggioranz­a cristiana viviamo l’atmosfera della festa dal punto di vista sociale e culturale».

Il vescovo Tisi ha citato il fenomeno delle fake news che inquinano il sentire comune. Ce n’è una che lei sottolinea spesso: la cosiddetta invasione islamica. Eppure gli stranieri di religione musulmana sono il 30%, quelli cristiani il 53%, ha spiegato in più occasioni. Ci sono altre “bufale” che vale la pena smontare?

«Dire che gli stranieri rubano posti di lavoro è un’affermazio­ne smentita dalle statistich­e: il calo della manodopera e la disoccupaz­ione hanno colpito particolar­mente gli immigrati, più degli autoctoni. In molti hanno dovuto lasciare il Paese, tornando nelle nazioni di origine».

A Natale torna la polemica sul presepe nelle scuole.

«I bambini sono inseriti bene nelle scuole, molto più degli adulti. Il presepe è una manifestaz­ione religiosa, ma ha anche un valore laico e culturale. Non siamo certamente noi musulmani a chiedere di togliere croce o presepe: i nostri figli partecipan­o alla vita scolastica in modo positivo e a vari livelli, comprese queste festività. Viceversa ci sono momenti religiosi che nessuno prevede, come la nostra preghiera del venerdì».

Il 2018 sarà l’anno elettorale e i toni si alzeranno. Qual è il suo auspicio?

«Il mio augurio è di trovare sempre più cittadini di origine straniera in parlamento, nei consigli comunali. Poi mi auguro che la situazione in Siria si sblocchi e che la popolazion­e possa avviarsi a un processo di ricostruzi­one».

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Iman Abdulkheir Breigheche guida la comunità musulmana di Trento

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