Grammatica rivalutata
Nell’ambito di un recente intervento sul tema «Identità trentina e il Sudtirolo», l’ex dirigente scolastico Loris Taufer lamenta scarsa o nessuna conoscenza della lingua tedesca da parte delle giovani generazioni che si stanno affacciando al mondo del lavoro. Non sono in grado di confermare, tuttavia giudico tale situazione assai probabile.
La colpa — a mio giudizio — non è però dei giovani, ma dei criteri e del metodo con cui il tedesco viene insegnato. Certamente non si tratta di una materia molto facile. Affermo anzi che senza una solida base grammaticale non è possibile, sul piano scolastico, arrivare a un accettabile risultato. Ho avuto occasione alcuni giorni fa di dare un’occhiata a un testo in uso presso uno dei tanti licei che costellano il mondo della scuola, e veramente il contenuto mi ha assai poco convinto. Frasette da completare con desinenze, esercizi del tutto simili a quiz, situazioni e argomenti assolutamente sciocchini: i «party», gli appuntamenti e naturalmente i segni dello zodiaco. Ho insegnato tedesco alle scuole medie per quasi trent’anni, e mai mi sono sognato di trascurare la grammatica. Grazie a questa, se insegnata con pazienza e con cura, i ragazzi apprendono il ragionamento logico e insieme la struttura di base della lingua tedesca. Ricordo come il primo testo da me utilizzato si intitolasse «Was und warum» (Cosa e perché). I risultati che ho raggiunto mi confermano della bontà della strada scelta. Se seguiti e incoraggiati, i ragazzi della scuola dell’obbligo (non solo delle superiori) apprendono l’argomento senza particolare difficoltà. Certo la sola grammatica non è sufficiente. Resta però ancora il tempo per far conoscere qualche facile poesia, qualche prosa un po’ interessante e magari per informare dell’esistenza dei vicini sudtirolesi. L’insegnamento
solo mnemonico si addice a dei pappagalli, non a degli uomini. Francesco Borzaga,