Corriere del Trentino

Kunst Meran le mostre del 2018

Dal tema della natura interpreta­to da vari artisti a Sapountzis Rekade: «Focus sull’arte internazio­nale e le tendenze italiane»

- di Giancarlo Riccio

Con una clausola nuova — maggiore attenzione alla scena non solo europea e a quella, sempre insidiosa, degli emergenti — Kunst Meran/ Merano Arte si prepara al nuovo anno di esposizion­i, dibattiti, scoperte. Una ricognizio­ne che si deve a Christiane Rekade, ormai acquisita direttrice artistica dello spazio meranese. Da dove arrivano al pubblico e agli appassiona­ti sollecitaz­ioni decisament­e interessan­ti (esempio: Lorenzo Scotto di Luzio) e proposte invece più scontate (esempio: gli spazi dedicati ad architettu­ra e urbanistic­a, da rendere polifonici e più ricchi).

Signora Rekade, le mostre che curerà nel 2018 sono legate all’anno precedente?

«Sì, sono collegate, nel senso che anche nel 2018 continuere­mo a concentrar­ci su quelli che sono stati i punti chiave del programma del 2017: in primo luogo l’attenzione per la scena internazio­nale, che ha permesso di portare a Merano ricerche artistiche emergenti di particolar­e interesse, come ad esempio lo scorso anno con Helen Mirra. Al contempo intendiamo dare spazio alle attuali tendenze nell’arte italiana».

La prima mostra si confronter­à con la nostra rappresent­azione della natura: una natura che è sempre più creata artificial­mente e che per questo diventa un luogo di nostalgia.

«In epoca moderna e ancor di più in quella contempora­nea, l’idea di natura si è via via persa a causa dell’industrial­izzazione e dei conseguent­i processi di urbanizzaz­ione e razionaliz­zazione del lavoro. La natura diventa quindi un luogo per cui oggi si prova nostalgia, dove ritornare come alternativ­a a un presente complesso e dominato dalla tecnologia. Fin dal XIX secolo è nato un forte interesse per i parchi coltivati, le serre e giardini zoologici. In particolar­e a Merano».

Perché il titolo «Into the Wild»?

«Ho ripreso il titolo della mostra Into the Wild dal film omonimo di Sean Penn del 2007, in cui è raccontata la storia vera di un giovane studente americano che ha cercato di vivere una vita primitiva e a contatto con la natura nelle terre selvagge dell’Alaska. Per questo progetto ho invitato Luca Trevisani, Alek O., Stefano Pedrini e Gina Folly».

Chi sono?

«Gina Folly, giovane artista svizzera, considera quelle connession­i talvolta assurde che derivano dagli sforzi tipici del nostro tempo per raggiunger­e un’armonia tra corpo, spirito e ambiente, in cui la natura sembra ormai ridotta ad un prodotto

lifestyle. Ad Alek O. ho chiesto di sviluppare un’installazi­one site specific analoga ad un suo lavoro che avevo visto esposto alla Galleria Frutta di Roma, L’impero delle Luci, in cui aveva utilizzato delle foglie raccolte e fatte essiccare. Luca Trevisani inserisce nelle sue sculture e installazi­oni effimere dei materiali naturali ripresi dal mondo animale e vegetale, proponendo una riflession­e al contempo poetica e formale sulla loro origine e sul loro significat­o nel presente. Infine, i dipinti di Stefano Pedrini sono costituiti da un denso accumulo di segni, rappresent­azioni grafiche di elementi che simboleggi­ano la natura».

Perché ha scelto l’artista greco Yorgos Sapountzis, che ha preso parte alle ultime edizioni di Documenta e della Biennale, a Kassel e a Venezia?

«Yorgos Sapountzis è un artista particolar­mente emozionant­e, con una pratica artistica indipenden­te che seguo da diversi anni. Con le sue installazi­oni e performanc­e riesce a portare lo spazio pubblico, i suoi monumenti e la memoria collettiva ad essi collegata all’interno delle nostre coscienze».

Molto suggestiva e coraggiosa anche questa iniziativa: tre artisti siciliani e tre artisti altoatesin­i riflettera­nno su queste due regioni.

«Sì, questa mostra, o meglio queste due mostre, nascono dalla collaboraz­ione di due istituzion­i che si trovano nelle regioni più a nord e più a sud d’Italia, Merano Arte e il Museo Civico di Castelbuon­o (Palermo). L’obiettivo è quello di riflettere sulla situazione politico-sociale del presente, sulla vita quotidiana e sul lavoro nelle due realtà. Insieme con Laura Barreca, la direttrice del Museo Civico di Castelbuon­o, abbiamo invitato tre artisti di ogni regione: Claudia Barcheri, Ingrid Hora e Christian Martinelli dall’Alto Adige; Loredana Longo, Ignazio Mortellaro e Studio dalla Sicilia».

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 ??  ?? Opere in arrivo Nella foto grande: il lavoro dell’artista greco Yorgos Sapountzis. Dall’alto: Studio ++, Navigare, 2012 Installazi­one web, video live in streaming Courtesy the artists Christian Martinelli, Cube Stories, 2017. Luca Trevisani, Il secco e...
Opere in arrivo Nella foto grande: il lavoro dell’artista greco Yorgos Sapountzis. Dall’alto: Studio ++, Navigare, 2012 Installazi­one web, video live in streaming Courtesy the artists Christian Martinelli, Cube Stories, 2017. Luca Trevisani, Il secco e...

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