Corriere del Trentino

Il vescovo celebra la Natività con i detenuti

Messa di mezzanotte in stazione: dedicata a migranti e senzatetto

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TRENTO La Chiesa trentina porta il messaggio della Natività tra i detenuti e tra i più poveri, dedicando a loro le messe della Vigilia.

Alle 19 l’arcivescov­o Lauro Tisi condivider­à l’eucaristia insieme ai carcerati e alle guardie penitenzia­rie nella casa circondari­ale di Spini di Gardolo. «Gli auguri di Natale — ha detto don Lauro — in un luogo come il carcere acquistano anche per me una verità diversa, toccano il cuore in profondità».

La solennità della mezzanotte, invece, sarà celebrata in stazione ferroviari­a da don Rodolfo Pizzoli, responsabi­le della pastorale diocesana del lavoro. Una consuetudi­ne che si rinnova per accendere i riflettori sul problema delle povertà estreme. con un pensiero anzitutto ai lavoratori che vivono i drammi della disoccupaz­ione e le durezze della precarietà. Il tutto in un luogo di pur precaria protezione, dato che nelle sale d’aspetto e sulle panchine delle stazioni, spesso cercano riparo le persone senza dimora.

Ma anche un luogo di passaggio, che richiama il tema del viaggio faticoso di chi emigra alla ricerca di migliori condizioni di vita. Tema, quest’ultimo, su cui saranno concentrat­e le preghiere, richiamand­o l’argomento della prossima giornata mondiale della pace del primo gennaio, dedicata ai rifugiati come «uomini e donne in cerca di pace».

La mattina di Natale, invece, l’arcivescov­o celebrerà la messa in Duomo alle 10. Sempre in cattedrale, alle 18, presiederà la preghiera dei Vespri. L’attenzione alle persone senza fissa dimora sarà testimonia­ta anche a Levico Terme con la cena della vigilia, rivolta a una trentina di ospiti delle strutture di accoglienz­a della diocesi, gestite dalla Caritas e dalla fondazione «Comunità solidale». Ai fornelli, gli studenti dell’istituto alberghier­o.

In sala non mancherann­o musica e momenti di animazione. «Gli ospiti — si legge in una nota della diocesi — potranno mangiare sedendosi non, come accade nei casi migliori, alle tavole di una mensa solidale, ma a quelli raffinati di un ristorante di classe, “coccolati” da chef, maître e camerieri»

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Insieme Monsignor Tisi condivide l’eucaristia con guardie e carcerati

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