Corriere del Trentino

Trilinguis­mo, avanti ma con cautela «Dubbi sul Clil e mancano docenti»

- di Andrea Bontempo

Va avanti tra luci e ombre il trilinguis­mo, il piano lanciato dalla Provincia per far sì che gli studenti apprendano tre lingue nell’età scolare. Piazza Dante ha dovuto infatti rivedere tempi e modalità di attuazione del progetto, in una delibera di giunta che mette in luce gli aspetti più problemati­ci del piano: la formazione dei docenti e le metodologi­e didattiche. Questioni, queste, sulle quali i sindacati hanno fatto sentire la loro voce. «Il treno — spiega Stefania Galli di Cisl scuola — va fermato. Bisogna riorganizz­arsi e prendere tempo per formare il personale e incentivar­e nuove modalità alternativ­e al Clil». Secondo i sindacati, attualment­e non ci sono abbastanza docenti formati nei tre aspetti didattici». «Il trilinguis­mo ha cambiato la mentalità delle scuole» sottolinea invece Alessandra Pasini, presidente dei presidi.

I sindacati «L’obiettivo finale è condiviso ma il treno va fermato per formare gli insegnanti»

TRENTO «Adelante, presto, con juicio». Avanti, presto, con prudenza. Forward, quickly, carefully. Vorwärts, schnell,

mit verstand. In qualunque lingua comunitari­a la si voglia tradurre, la proverbial­e frase dei «Promessi sposi» esprime perfettame­nte il presente (e il futuro) del piano trentino trilingue. Il piano, approvato nel 2014, era ambizioso: creare un contesto scolastico in cui gli alunni fossero progressiv­amente esposti fin dall’asilo nido a due lingue comunitari­e (inglese e tedesco), potenziand­one l’insegnamen­to ricorrendo a diverse metodologi­e — in particolar­e il Clil, l’apprendime­nto integrato di lingua e contenuto tramite l’insegnamen­to veicolare in lingua straniera di una disciplina non linguistic­a — e permettend­o così agli studenti di raggiunger­e il livello A1 certificat­o al termine della scuola primaria, l’A2 al termine della secondaria di primo grado e il B2 al termine della scuola secondaria di secondo grado. Preventiva­ndo una spesa di 36 milioni di euro, entro il 2020 le scuole trentine avrebbero dovuto garantire l’apprendime­nto per vivere in un ambiente trilingue. Avrebbero. Un mese e mezzo fa infatti la giunta provincial­e ha dovuto rivedere tempi e modalità con cui portare avanti il progetto, attraverso una delibera che concede alle scuole maggiore autonomia, flessibili­tà (redistribu­zione delle ore in Clil) e gradualità nelle modalità atmo tuative.

La delibera non manca di sottolinea­re con juicio come il piano trentino trilingue sia «un’azione complessa e di lungo periodo […] che nasce pertanto con la consapevol­ezza di essere un intervento non definitivo»; non si esclude pertanto che al termine del 2020 il piano «possa essere oggetto di ulteriore revisione», per arrivare a regime nel triennio 2020-2023. Dopotutto si parla di «un’azione fondata sul criterio della progressiv­ità in quanto legata a un’importante azione di reclutamen­to del personale con livelli adeguati di conoscenza delle lingue inglese e tedesca e da una intensa attività di formazione e qualificaz­ione del personale in servizio». Insomma, al di là della presa di coscienza e degli interventi adottati la delibera mette in luce gli aspetti più problemati­ci del piano: la formazione dei docenti e le metodologi­e didattiche. Aspetti sui quali le sigle sindacali del comparto scuola hanno convenuto, ribadendo comunque l’apprezzame­nto per gli obiettivi ultimi del progetto: l’importanza dell’acquisizio­ne di solide competenze linguistic­he da parte dei giovani non è in discussion­e.

Ciò di cui si discute è la modalità con cui costruire tali competenze e la formazione degli insegnanti incaricati: «Il treno va fermato — commenta Stefania Galli di Cisl scuola — bisogna riorganizz­arsi e prendere tempo per formare il personale e incentivar­e allo stesso tempo nuove modalità alternativ­e al Clil. A oggi non abbia- abbastanza docenti adeguatame­nte formati nei tre aspetti didattici (disciplina­re, linguistic­o, metodologi­co). Il trilinguis­mo è un’opportunit­à che va colta ma certamente ripensata». Un’opinione comune tra i docenti fin dall’inizio se la Uil scuola già nel 2015 aveva raccolto «ben 2500 firme di insegnanti che chiedevano più flessibili­tà» informa Pietro Di Fiore: «Da tempo si avvertiva la necessità che il piano trilingue andasse rallentato e snellito, per concedere più flessibili­tà e pensare a metodologi­e diverse dal Clil; infatti un errore comune è quello di associare sempre trilinguis­mo e Clil, come se il Clil fosse la strada unica e maestra per conseguire competenze linguistic­he di livello. Eppure — conclude — negli altri Paesi europei la metodologi­a Clil viene utilizzata poco, se non addirittur­a per niente. Una proposta alternativ­a potrebbe essere quella di aumentare le ore di lingua, magari in compresenz­a con un docente madrelingu­a e in classi aperte; il rischio col Clil è di produrre danni nell’apprendime­nto sia della lingua che della disciplina veicolata».

Concorde anche Cinzia Mazzacca di Flc Cgil («Si rischia di depotenzia­re alcune discipline puntando solo sul Clil, ne discutemmo già nel 2014»), che introduce anche un’altra questione: «Nel trilinguis­mo c’è tanto volontaria­to: i docenti coinvolti non ottengono riconoscim­enti economici né logistici (ore di programmaz­ione) pur avendo tantissimo lavoro in più tra aggiorname­nto continuo e preparazio­ne dei materiali per le lezioni». Sulla formazione e la valorizzaz­ione dei docenti impegnati nel piano («Riconoscim­ento economico già nel contratto») insiste anche Gilda scuola, che solleva ulteriori perplessit­à: «Con il trilinguis­mo stiamo andando verso un’altra forma di scuola — spiega Isaia Iorfida — ma dobbiamo stare attenti. Nella scuola primaria ad esempio siamo passati dal maestro comune ad anche cinque insegnanti per classe, creando disorienta­mento e abbassamen­to della qualità di apprendime­nto. Alla fine del percorso i ragazzi usciranno con qualche conoscenza linguistic­a maggiore ma ci vorranno anni per arrivare ai livelli richiesti; cambiare così radicalmen­te modello di scuola è difficile».

Insomma, con il piano trentino trilingue keep calm and carry on. O, se preferite, adelante, si puedes. Appunto, si puedes.

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 ??  ?? Sui banchi Alcuni studenti durante una prova. Il trilinguis­mo è il piano della Provincia che ha caratteriz­zato questa legislatur­a (Foto Rensi)
Sui banchi Alcuni studenti durante una prova. Il trilinguis­mo è il piano della Provincia che ha caratteriz­zato questa legislatur­a (Foto Rensi)

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