Pedaggi, A22 vuole anche gli arretrati
Aperto un contenzioso per recuperare tre anni. Olivieri: «Tir, si applichi un più 20%»
Autobrennero è soddisfatta per l’aumento dei pedaggi dell’1,67%, ma attende un responso rispetto al contenzioso sui tre anni precedenti. Olivieri: con gli arretrati sarebbe +5%.
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TRENTO «L’aumento tariffario dell’1,67% è esattamente quanto Autobrennero aveva chiesto per il 2018. Rimane però il contenzioso per recuperare quanto non ci è stato riconosciuto nei tre anni precedenti». Così Luigi Olivieri, presidente di Autobrennero, all’indomani del via libera all’aumento dei pedaggi. L’amministratore delegato Walter Pardatscher ricorda che A22 ha un range di tariffe tra i più bassi d’Italia e che in alcune tratte, per via degli arrotondamenti, non ci sarà aumento.
Sul Corriere del Trentino di ieri la comunicazione del ministero delle Infrastrutture, diffusa in serata, che indicava un aumento medio delle tariffe autostradali nel 2018 pari a +2,74%. La Brennero-Modena aumenterà i pedaggi dell’1,67% dopo che nel 2014 le era stato assegnato un +1,63%. Le richieste per il 2015, 2016 e 2017 invece avevano avuto risposta negativa. «E sono tuttora oggetto di un contenzioso al Tar del Lazio — spiega il presidente di A22 —. Se ci fosse stato riconosciuto l’aumento anche in questi tre anni, oggi applicheremmo un +5%». L’aggiornamento delle tariffe avviene secondo la formula del «Price Cap», che tiene conto principalmente dell’inflazione, della qualità delle pavimentazioni stradali e del tasso di incidentalità, ma anche degli investimenti.
A fine aprile del 2014 terminò la concessione di A22 e da allora Autobrennero sta conducendo l’autostrada in regime di prorogatio. «Il ministero non ritenne di riconoscere gli adeguamenti tariffari proprio perché ci troviamo in regime di proroga della concessione — sottolinea Olivieri —. Ora attendiamo l’esito dell’impugnativa. Comunque pensiamo che il riconoscimento per l’anno 2018 sia anche dovuto al fatto che il Tar del Lazio ha dato ragione ad altre concessionari con problemi simili ai nostri». In particolare il riferimento è alla Strada dei Parchi (A24 RomaL’Aquila-Teramo e A25 Torano-Avezzano-Pescara) che ha vinto il ricorso contro il blocco dal 2014 al 2016, con la facoltà di aumentare le tariffe nel 2018 del +12,89%.
La partita della concessione di A22, scaduta nel 2014, ha avuto una svolta determinante nelle scorse settimane, quando è entrata nel decreto fiscale convertito in legge il 6 dicembre, con alcune piccole modifiche contenute nella più recente legge di stabilità. Autobrennero potrà così diventare una società in house, al patto che i soci siano interamente pubblici (occorre dunque liquidare il 17% circa in mano ai privati, una faccenda che va avanti da tempo ma che dovrebbe essere alle battute finali, con un costo complessivo dai 150 ai 200 milioni per Autobrennero). Facendo ciò si evita la gara e la concessione rimane in sostanza ai soci attuali. La firma, per legge, deve arrivare entro il 30 novembre del 2018. Possibile che lo sblocco della situazione della concessione c’entri in qualche modo con lo sblocco dell’aumento dei pedaggi, guarda caso congelati da quando la concessione è scaduta? «Sono cose totalmente diverse. Sono casualmente successive» afferma Olivieri. Lo stesso dice Pardatscher: «Gli aumenti tariffari derivano da una formula e le percentuali vengono calcolate oggettivamente. Perciò ritengo che il numero sia poco interpretabile, non c’entra. Posso dire che quest’anno a livello nazionale è stato concesso di più rispetto al passato».
L’aumento dell’1,67%, comunque non è considerato sufficiente ad abbassare il traffico, soprattutto di mezzi pesanti, sull’arteria. «Lo dice anche il presidente altoatesino Arno Kompatscher — osserva Olivieri —, non è sufficiente per ridurre i Tir in entrata. Il costo del carburante in Austria è di 35 centesimi più basso di quello italiano, significa che facendo il pieno oltre confine si risparmiano in media 350 euro. Questi piccoli aumenti dei pedaggi quindi non scoraggiano i Tir. Per rendere più competitivo il trasporto ferroviario bisognerebbe applicare un +20% sul trasporto merci. Anche perché noi restiamo l’autostrada più conveniente d’Italia. Se i prezzi fossero aumentati solo tenendo conto dell’inflazione, dal 1996 a oggi, avremmo tariffe superiori del 20-25%».
Presidente Siamo l’autostrada più conveniente d’Italia Solo con l’inflazione le tariffe salirebbero del 20-25%
Pardatscher I nuovi prezzi derivano da una formula, percentuali calcolate oggettivamente e poco interpretabili Concessione Secondo i vertici dell’autostrada l’in-house non c’entra con l’ok agli incrementi