Corriere del Trentino

Vittime dell’influenza, pronto soccorso invaso

Ramponi: «Un uso improprio: febbre e dissenteri­a si possono curare a casa»

- di Andrea Rossi Tonon

Sono oltre 300 al giorno gli accessi registrati dal pronto soccorso del Santa Chiara in questi giorni che separano il Natale da Capodanno. La maggior parte degli utenti lamenta i sintomi dell’influenza, mali che il direttore Ramponi spiega: «Si possono curare a casa senza rallentare i servizi».

TRENTO Un brindisi al nuovo anno con il termometro sotto il braccio. Molti trentini si preparano ad accogliere il 2018 sotto le coperte con il fazzoletto in mano e i medicinali sul comodino. È in questo periodo, infatti, che l’epidemia influenzal­e raggiunge il suo apice, con il picco di pazienti allettati toccato proprio tra la settimana che si sta concludend­o e la prossima. Alcuni stanno cercando di contenere i sintomi con antipireti­ci e antitosse, molti altri invece si stanno rivolgendo direttamen­te al pronto soccorso.

«Quest’anno stiamo registrand­o un netto incremento degli accessi dovuti a sintomi tipici dell’influenza stagionale rispetto all’anno scorso» spiega Claudio Ramponi, direttore dell’unità operativa di medicina d’urgenza e pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara di Trento. «La maggior parte degli utenti manifesta febbre o piccoli attacchi di diarrea, sintomi che possono essere benissimo affrontati rimanendo a casa, assumendo antipireti­ci e seguendone l’evoluzione» continua il medico, evidenzian­do come la crescita esponenzia­le degli accessi al pronto soccorso rallenti le procedure e quindi la presa in carico di coloro che hanno bisogno di cure urgenti tra cui naturalmen­te, continua Ramponi, «quei pazienti più sensibili, come gli anziani o chi soffre di patologie complesse che rischiano di aggravarsi con l’insorgere dell’influenza». Queste stesse persone sono quelle che rischiano di pagare maggiormen­te le conseguenz­e di un accesso incontroll­ato ai servizi. «Si rischia di causare un ritardo, disguidi, e quindi un disservizi­o a chi ha veramente bisogno — sottolinea il medico — È importante evitare un uso improprio del pronto soccorso, dove i medici sono chiamati a far fronte a reali emergenze».

Allo stesso tempo le indicazion­i che provengono dall’azienda sanitaria sono quelle di affidarsi agli antibiotic­i solamente nei casi in cui siano stati prescritti dal medico, ai casi con complicazi­oni, e quindi dopo una valutazion­e. Assumere questo tipo di farmaci per combattere l’influenza non solo non sarebbe efficace contro il virus, ma anche genera il fenomeno della resistenza agli antibiotic­i.

Negli ultimi giorni il pronto soccorso del nosocomio del capoluogo ha registrato una media di oltre 300 accessi al giorno. Le ragioni di questo boom di richieste di intervento è da ricercare nella coincidenz­a di due fattori: da un lato, appunto, il raggiungim­ento dell’apice da parte dell’epidemia influenzal­e e dall’altro «questa serie di giornate, a partire da lunedì, in cui i cittadini non hanno potuto avere accesso alla medicina di base». Quattro o cinque giorni di stop legato alle festività natalizie che sta rischiando di far collassare il sistema.

Superato il Capodanno, però, l’epidemia influenzal­e dovrebbe gradualmen­te ridurre la propria spinta, concludend­osi definitiva­mente verso la fine di gennaio.

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A letto La maggior parte dei sintomi si cura stando a riposo e con antipireti­ci

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