TRENTO, IL QUARTIERE ALBERE E I COMMENTI DEI TURISTI
Quest’anno, con mia moglie, abbiamo deciso di trascorrere il Natale in Trentino. Una vacanza rilassante in una terra che ci ha regalato molte emozioni. Era la prima volta che venivamo in ferie e sicuramente ci ritorneremo. Una giornata ce la siamo voluta godere anche a Trento ed è stata una scelta azzeccata. Un concentrato di storia e cultura notevole (il Buonconsiglio, la Trento romana, il museo Diocesano),con un pizzico di modernità che non guasta e non stona. Ciò che ci ha colpito è stato il Muse e soprattutto il contesto nel quale sorge il museo. Parlando con alcune persone, ci è stato detto che la progettazione dell’area «Le Albere» porta la firma dell’architetto Renzo Piano e che i trentini nutrono perplessità nei confronti del quartiere. Sarà che noi arriviamo da un’altra regione (la Lombardia) ma questo luogo ci è piaciuto subito. Forse i trentini non hanno presente cosa significhi vivere tra palazzoni, smog, rumori. Il parco che raggiunge il fiume Adige è una ricchezza che poche città possono vantare. Anche Trento avrà i suoi problemi — stranamente l’abbiamo trovata un po’ sporca — ma rimane una chicca, un gioiello da custodire con attenzione. Paola e Remo Saponara, MONZA
Gentili signori Saponara,
Non è la prima volta che occhi esterni accendono la luce (in questo periodo le Albere sono inondate da effetti luminosi) sul quartiere firmato da Piano. Piace ai turisti, che non ne conoscono le vicessitudini politico-urbanistiche; solleva invece sentimenti contrastanti nella popolazione locale. Una dicotomia che non sorprende: c’è sempre stata — e sempre ci sarà — non solo a Trento. Magari i complimenti possono aiutare i trentini a elaborare un atteggiamento meno critico nei confronti del quartiere «Le Albere».
Deve invece fare riflettere la constatazione, a margine, di una città un po’ sporca. Anche qui bisogna intendersi: Trento rimane sempre ai vertici nazionali per qualità della vita, ma non è la prima volta che dei turisti, chiamati a trovare una pecca, mettono in risalto l’aspetto un po’ trasandato del capoluogo. Per il fatto di trovarsi in un territorio lodato per una rigidità di tipo asburgico — anche se il discorso vale più per Bolzano che per Trento — salta subito all’occhio la scritta sul muro o alcuni rifiuti depositati fuori dai cestini. Simili segnalazioni non vanno quindi prese con sufficienza o peggio con permalosità. Vanno interpretate come utili consigli che possono aiutare a fare di Trento una città ancora più bella.