Corriere del Trentino

Culle trentine vuote, altro record negativo Zeni: trend nazionale

Zeni: «Trend negativo che rispecchia la curva nazionale». Anno nuovo, la prima nata è Alexandra Maria

- Rossi Tonon

Nuovo record negativo per il Trentino sotto il profilo delle nascite. Nel 2017 si è scesi sotto la soglia di 4.200. «Trend negativo che rispecchia la curva nazionale» commenta l’assessore Luca Zeni. Intanto i primi nati del 2018 sono femmine, la prima si chiama Alexandra Maria.

TRENTO Nel 2017 il Trentino ha registrato il proprio record negativo di nascite. Nel corso dell’anno a cui abbiamo appena dato l’addio sono nati infatti appena 4.156 bambini, dato che per la prima volta negli ultimi diciassett­e anni scende sotto la soglia di 4.200.

I dati forniti ieri dall’azienda sanitaria dimostrano che il trend negativo è proseguito anche l’anno scorso con un decremento di ulteriori 133 parti. Nel 2016 erano infatti nati 4.289 bambini, l’anno prima erano stati 4.533, nel 2014 furono 4.580 mentre nel 2013 nacquero 4.687 bimbi. Tornando indietro nel tempo il numero mostra un calo inesorabil­e, fatta eccezione per i “boom” del 2010, in cui nacquero 5.102 bambini, del 2008, quando si registraro­no 5.169 nascite, e del 2004, anno record con 5.172 nuovi nati.

Il trend negativo, come sottolinea l’assessore provincial­e alla salute e politiche sociali Luca Zeni, «rispecchia esattament­e la curva italiana». «In Trentino abbiamo un tasso di natalità maggiore, e questo probabilme­nte è anche merito di politiche per le famiglie molto spinte, ma la curva di calo è la stessa» evidenzia Zeni, spiegando poi che«dal 2009 si contano circa 100.000 nati in meno in Italia, mentre in Trentino, che rappresent­a l’1%, il calo è di circa 1.000 bambini». «La lettura può essere molteplice — commenta l’assessore provincial­e — Sicurament­e incidono fattori culturali e socio-economici, ma il fatto di un tasso che si mantiene più alto, 1,5 figli per donna contro l’1,2, ci mostra che incide molto anche il dato anagrafico».

In altre parole a giocare un ruolo importante è l’invecchiam­ento della popolazion­e: «Le donne nate tra gli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta sono in numero maggiore di quelle nate tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta — prosegue Zeni — Questo significa che anche con un numero di figli per donna stabile, calano i nati essendoci meno donne in età fertile». Per tali ragioni, secondo l’assessore «dobbiamo proseguire con le politiche a favore delle famiglie per favorire un tasso di natalità che più possibile si avvicini a quel 2 che è la soglia di pareggio demografic­o, e che pochi in Occidente hanno, ma anche riorganizz­are i servizi prendendo atto di modifiche demografic­he che hanno le loro radici negli andamenti degli ultimi cinquanta o sessant’anni».

Intanto il 2018 in Trentino inizia da Alexandra Maria. È questo il nome scelto per il primo nato in provincia nel 2018, una bambina venuta al mondo al Santa Chiara sei minuti dopo i «Cin cin» di mezzanotte.

A Trento è nato anche l’ultimo bimbo trentino del 2017: erano le 21.55 di domenica quando Harjass, un maschietto di 3,5 chilogramm­i, si è mostrato per la prima volta ai suoi genitori. Si chiama invece Lorenzo l’ultimo nato dell’anno scorso a Cles, mentre è Veronica l’ultima bimba del 2017 a Rovereto.

A fronte di 4.156 nati, i parti registrati nel 2017 sono stati 4.085. I parti gemellari sono stati 71, ossia l’1,74%. Nessun parto trigemella­re è stato invece registrano durante l’anno scorso. I bambini extracomun­itari nati nel 2017 sono stati 981, vale a dire il 24.01% del totale.

Complessiv­amente sono tanti più bambini che bambine: 2.160 maschietti e 1.996 femminucce.

 La lettura Vi sono fattori culturali e socio-economici ma incide molto anche il dato anagrafico

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(Foto Rensi) L’arrivo Mariella Micarelli insieme alla figlia Alexandra Maria

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