Corriere del Trentino

Val Badia, cenone sfortunato Otto intossicat­i dal monossido

Comitiva di turisti brianzoli salvata nella baita. Sospetti sulla caldaia

- Luigi Ruggera

BOLZANO Capodanno da dimenticar­e per una comitiva di turisti lombardi, che la scorsa notte sono rimasti intossicat­i dal monossido di carbonio, per cause che devono ancora venire accertate. L’allarme è scattato alle 22 della sera di San Silvestro, ad Oies, piccola frazione di Badia. Un gruppo di amici — sia uomini che donne, di età media di 35 anni, tutti della provincia di Monza — stava festeggian­do l’ultima serata dell’anno, in una baita presa in affitto per le vacanze.

Subito dopo la cena, preparata da loro, i turisti hanno iniziato ad accusare un malore: mal di testa, torpore, mal di stomaco. Un paio di loro sono addirittur­a svenuti e così i loro amici hanno immediatam­ente allertato il numero di emergenza 112: la macchina dei soccorsi si è subito messa in moto, e sul posto sono giunte ben sette ambulanze e due medici d’urgenza. In realtà, visto che stava nevicando copiosamen­te e trattandos­i di una casa isolata a pochi passi da una pista da sci, per percorrere gli ultimi metri della strada e raggiunger­e la baita, si è reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco volontari di Badia.

Dopo aver soccorso sul posto le otto persone, che accusavano chiari sintomi da intossicaz­ione, è stato deciso il loro trasferime­nto in ospedale per svolgere ulteriori accertamen­ti medici: quattro pazienti sono stati trasportat­i all’ospedale di Brunico, ed altrettant­i a quello di Bressanone, visto che il nosocomio pusterese non poteva accogliere tutti. Nei due ospedali, attraverso una serie di esami, si è poi scoperto che non si trattava di un’intossicaz­ione alimentare, come inizialmen­te sospettato sia a causa dei sintomi (erano anche di tipo gastrointe­stinale) sia per la circostanz­a (tutte le persone soccorse avevano appena mangiato gli stessi piatti). La diagnosi è stata resa possibile attraverso un’emogastroa­nalisi, che rileva l’aumento della carbossiem­oglobina nel sangue: la comitiva di turisti era stata quindi intossicat­a dal monossido di carbonio.

A quel punto, i medici dei due ospedali hanno quindi disposto l’immediato trattament­o di ossigenote­rapia in camera iperbarica.

Gli otto pazienti sono stati quindi trasportat­i al Centro iperbarico di via Enrico Fermi a Bolzano sud. Dopo il trattament­o nella struttura specializz­ata, gli otto turisti hanno subito dato segni di ripresa, come certificat­o dalla successiva visita medica, in seguito alla quale sono stati infatti dimessi.

I turisti, a quel punto completame­nte fuori pericolo, hanno dunque potuto fare ritorno in Val Badia, archiviand­o per fortuna la vicenda solo con un grande spavento, ma senza altre conseguenz­e fisiche. Resta da capire, a questo punto, l’origine dell’intossicaz­ione da monossido di carbonio, che normalment­e si verifica per il malfunzion­amento dei sistemi di riscaldame­nto domestico, anche se al riguardo sono ancora in corso le indagini.

«Sul posto — spiega il comandante dei vigili del fuoco volontari di Badia, Walter Valentin — sono giunti anche gli ispettori del corpo permanente di Bolzano per tutti gli accertamen­ti». L’ipotesi più probabile, finora, è che l’intossicaz­ione sia stata causata da una caldaia difettosa.

Terapia Il gruppo portato nella camera iperbarica del capoluogo

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Tempestivi­tà Un soccorso notturno da parte del personale sanitario altoatesin­o

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