IL 2018 CI REGALERÀ DUE ELEZIONI DIFENDIAMO L’ARMA DEL VOTO
Abbiamo appena chiuso un 2017 che ha regalato qualche novità: basti pensare all’insediamento di Trump ed è detto tutto. Ci accingiamo ad affrontare un 2018 che porterà, è l’unica sicurezza del nostro destino di cittadini, due elezioni: nazionali e provinciali. Inutile fare previsioni, il clima politico è piuttosto magmatico. Quello che spaventa è il meteo di partenza: nuvoloso per ora, ma sembra possano arrivare periodi di propaganda elettorale da ciclone caraibico. Spaventa e annoia. Perché se, come dice il Censis, siamo un popolo rancoroso, a livello politico il rancore è da qualche tempo rissa becera, populismo, malpancismo, degrado stilistico, linguaggio triviale senza controllo. Insomma, un periodo da avamposto da taverna portuale, con rispetto per i portuali. Lo sbracamento tocca tutti i partiti. È sufficiente navigare sui social per rendersene conto. I cittadini, più che appassionarsi alla rissa, a parte qualche fazioso intollerante, si allontanano dalla stessa politica che, in generale, non ci fa una gran figura, come accaduto ad esempio quando i senatori hanno disertato l’ultima votazione sullo jus soli perché tanto non c’erano i numeri. Come se uno medico non andasse a visitare, perché tanto una certa percentuale di pazienti muore comunque. Il mio non vuole essere però un richiamo solo disfattista. Io sono fermamente convinta che la storia la facciamo noi cittadini, partecipando, ragionando, difendendo saggiamente il valore più importante della nostra vita democratica: il voto. Almeno noi, che siamo il « Paese», manteniamo la calma e un pizzico di cuore. Diamo allora un esempio di saggezza. Lasciamo a casa chi mesta nel degrado culturale, nel facile appello a distruggere. Non lamentiamoci dopo: la sbornia elettorale porta il cerchio alla testa per cinque anni.