Corriere del Trentino

LE VARIE FACCE DELL’ISLAM

- di Massimo Campanini

Il fenomeno migratorio sarà certamente uno dei temi «caldi» della prossima campagna elettorale in Italia. La formazione di un governo a rischio di xenofobia nella vicinissim­a Austria la dice tutta sull’emotività che il fenomeno suscita, ma soprattutt­o sulla sua distorsion­e prospettic­a. Si tratta infatti, almeno per ora, di una realtà quantitati­vamente circoscrit­ta. In Trentino Alto Adige i migranti «occasional­i» sono appena 3.317 su una popolazion­e totale di un milione 64.000 persone. Fobie e visioni apocalitti­che sono dunque ingiustifi­cate, e sembrano più che altro il frutto avvelenato dello «scontro di civiltà». La questione migratoria non può essere la foglia di fico con cui nascondere la realtà dell’islam europeo, cioè l’ormai stanziale presenza nei Paesi continenta­li di musulmani arrivati alla seconda e, in taluni casi, alla terza generazion­e.

L’islam europeo è considerat­o dagli xenofobi un potenziale veicolo di penetrazio­ne del radicalism­o. Proprio su questo ha recentemen­te riflettuto un importante convegno («L’islam e l’islam politico in Europa: trasformaz­ioni e adattament­i») organizzat­o alla Fondazione Cini di Venezia. All’incontro hanno partecipat­o studiosi italiani e arabi, soprattutt­o dei Paesi del Maghreb. Il tema scelto suggerisce già molte cose: innanzi tutto, l’islam europeo non coincide specularme­nte con quello delle nazioni di origine. Come ogni altra concezione del mondo, l’islam, emigrando e adattandos­i a contesti sociali e culturali diversi, cambia e appunto si trasforma. Ciò è già visibiliss­imo nei ragazzi musulmani di seconda generazion­e che, nati in Italia, frequentan­o scuole e università, e ai quali il diritto di cittadinan­za garantito dallo ius soli è doveroso. Ma il nodo più delicato riguardava l’islam politico, la definizion­e più appropriat­a di quello che viene popolarmen­te chiamato fondamenta­lismo islamico. Ebbene, in primo luogo da parte degli stessi studiosi musulmani, è emersa la necessità di demistific­are l’islam politico: non contestual­izzarlo solo in una precisa fase storica, ma soprattutt­o considerar­lo nel quadro dell’evoluzione del pensiero politico islamico, che si confronta con la democrazia e il secolarism­o, rileggendo paradigmi classici, come la consultazi­one e il consenso. Si è trattato di un primo momento di riflession­e che l’Istituto di ricerca e alti studi di Granada intende portare avanti per facilitare l’integrazio­ne dei musulmani nella nuova «terra dell’islam»: l’Europa.

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