Tagliapietra canta le «invisibili realtà» «Pieno di energia»
L’ex voce delle Orme: ritrovo l’innocenza che avevo da bambino
Le Invisibili realtà di Aldo Tagliapietra stanno per materializzarsi sabato 13 gennaio sul palco del Teatro di Pergine (ore 20.45). La voce nonché bassista storico de Le Orme, band veneziana che ha fatto la storia del progressive non solo italiano, torna con un progetto solista di assoluto spessore che presenterà dal vivo assieme alla band formata da Andrea De Nardi (tastiere), Matteo Ballarin (chitarre), Andrea Ghion (basso) e Manuel Smaniotto (batteria e percussioni). Invisibili realtà è il titolo del nuovo disco che presenta 9 brani in cui Tagliapietra si confessa con onestà e serena saggezza. Un concerto diviso in due parti con l’apertura dedicata al nuovo album e un secondo tempo che ripercorre il meglio della produzione de Le Orme con
evergreen quali Gioco di bimba, Sguardo verso il cielo e Amico di ieri. Disponibili in prevendita i biglietti alla cassa del teatro o presso il circuito Primi alla Prima delle Casse Rurali del Trentino a 16 euro.
Com’è nato Invisibili realtà, accolto dalla critica come uno dei suoi lavori più ispirati?
«Credo di essere stato sempre abbastanza prolifico, quando ho tempo prendo in mano la chitarra e cerco di tirare fuori delle cose che mi piacciono. Mi sono accorto di avere abbastanza materiale per un disco. Invisibili Realtà riflette lo stato d’animo di una persona matura: interiorità e spiritualità sono due mondi che esploro attraverso la musica
ma che anche un giovane dovrebbe scoprire magari per il tramite del sogno e della fantasia. A volte mi sembra di avere l’energia di un diciottenne ma devo ricordarmi che ne ho 70 passati e quindi nella stesura dei testi ho cercato di essere il più onesto possibile, ritrovando un po’ di quell’innocenza che avevo da bambino».
Il concerto spazierà dal presente al passato: quale il ruolo della giovane band che la accompagna in questo tour?
«Da quando ho lasciato Le Orme nel 2009 sono artisticamente single e non è stato facile trovare i musicisti con cui suono ora. Sono tutti veneti come me, giovani e con una preparazione alle spalle che io mi sognavo: dal vivo sanno trasmettere una grande energia che mi dà sicurezza e mi stimola. Così nella prima parte del concerto posso dedicarmi più alla chitarra acustica e agli arpeggi che amo, mentre nella seconda parte imbraccerò il basso per le ballate che hanno fatto la storia de Le Orme».
Tra più di 200 canzoni scritte quali ancora riescono a emozionarla dal vivo? «Credo che quelle di Invisibili realtà siano le migliori ma se devo citarne una meno conosciuta de Le Orme direi La mia bianca sposa, una ballata che parla della morte in modo poetico e poco occidentale».