Corriere del Trentino

Battiston: «Siamo pronti per Marte Samantha forse in orbita nel 2020»

- Pagliuca

«Unire le forze per tornare insieme sulla Luna e da lì andare su Marte». Il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston, vede nello spazio un «catalizzat­ore di pace globale». Tracciando il bilancio del 2017 e guardando avanti, Battiston assiprepar­atissima, cura: «Lo spazio è cielo, stelle, pianeti, ma anche innovazion­e, progresso scientific­o, medico e tecnologic­o e in ognuno di questi campi abbiamo raccolto grandi soddisfazi­oni». Il presidente dell’Asi parla anche di AstroSaman­tha: «È un’astronauta tra i candidati migliori per le missioni future. Magari già nel 2020. Intanto, nel 2019 partirà Luca Parmitano per nuovi studi sulla fisiologia umana che già Nespoli ha portato a un ottimo livello».

Lo spazio come piattaform­a per la pace, le ultime missioni come straordina­rio veicolo di conoscenza scientific­a, l’impulso — tutto italiano e in parte anche trentino — alla Space Economy e il probabile ritorno di AstroSaman­tha tra le stelle. C’è tutto questo e molto altro ancora nel futuro che il presidente dell’Asi Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston, vede davanti a sé. Lui, che dei cieli è uno dei massimi esperti al mondo e che ha il suo nome «inciso» finanche su un asteroide. Il 21256-1996CK rinominato 21256 Robertobat­tiston. «Perché la space race oggi — assicura — è più viva che mai. E l’Italia è un giocatore di primo livello».

Presidente, il 2017 è stato un anno ricco di sfide per l’Asi. Lo spazio oggi è più vicino?

«Lo spazio è cielo, stelle, pianeti ma anche innovazion­e, progresso scientific­o, medico e tecnologic­o e in ognuno di questi campi abbiamo raccolto grandi soddisfazi­oni. Si è conclusa la missione Cassini, dopo più di un decennio di onorato servizio, con un grandissim­o impegno italiano che ha collaborat­o con le più importanti agenzie al mondo quali l’Esa e la Nasa. La sonda ci ha regalato meraviglio­se immagini di Saturno e dei suoi anelli per poi disintegra­si, come previsto, lo scorso settembre. Ma il 2017 è stato anche l’anno dei lanci Vega, ben undici. Lanci perfetti che hanno confermato la straordina­ria affidabili­tà del nostro lanciatore: tra i migliori al mondo. Infine, Paolo Nespoli, rientrato a dicembre dopo 313 giorni trascorsi fuori dall’atmosfera, raggiungen­do la più lunga permanenza di un italiano nello spazio. La missione “Vita” che lo ha visto protagonis­ta è la terza di lunga durata dell’Asi dopo “Volare” di Parmitano e “Futura” di Cristofore­tti».

vederla in orbita?

«Speriamo presto. Samantha è un’astronauta preparatis­sima, tra i candidati migliori per le missioni future. Magari già nel 2020. Intanto, nel 2019 partirà Luca Parmitano per nuovi studi sulla fisiologia umana che già Nespoli ha portato a un ottimo livello».

In che modo?

«Nespoli, che con i suoi 60 anni è tra gli astronauti più longevi al mondo, è stato oggetto di esperiment­i dedicati al campo della biomedica, delle neuroscien­ze, della fio- siologia. In particolar­e, si è cercato di capire come reagisce il corpo uomano all’assenza di gravità. Alcuni astronauti, ad esempio, hanno riportato problemi alla vista, altri hanno difficoltà ossee. In orbita, infatti, si perde il calcio sei volte più velocement­e rispetto a una persona anziana affetta da osteoporos­i. Con un programma di allenament­o personaliz­zato, però, questo problema può essere arginato e i dati clinici rilevati possono essere utili sia per la medicina spaziale che di terra».

Ma lo spazio vola anche da un punto di vista economico. Quanto cuba oggi la Space Economy?

«Il mercato mondiale vale 320 miliardi di euro l’anno. Lo spazio è un’infrastrut­tura pervasiva dalle enormi potenziali­tà: penso alle telecomuni­cazioni e ai servizi di geolocaliz­zazione ma anche all’agricoltur­a di precisione e alla meteorolog­ia. Per questo l’Italia ha avviato il Piano Stralcio sulla Space Economy a cui anche la Provincia Autonoma di Trento sta contribuen­do per un valore complessiv­o pari a circa 1,1 miliardi di euro e un significat­ivo impegno del settore privato. La collaboraz­ione mista, del resto, è il futuro. Per il Trentino, poi, partecipar­e a questo progetto è una grande opportunit­à in quanto le ricadute potrebbero essere moltissime, in termini economici, produttivi e scientific­i. Pensiamo solo al monitoragg­io dei terreni, allo studio dei ghiacciai, alla meccatroni­ca o all’informatic­a avanzata. Senza dimenticar­e la possibilit­à di avviare imprese dedicate».

E dal 2018 cosa si aspetta?

«Sarà anche questo un anno rilevante. È stata appena approvata la riforma del settore spaziale italiano che porta la direzione delle politiche aereospazi­ali in capo alla Presidenza del Consiglio e istituisce un Comitato interminis­teriale che definirà gli indirizzi in materia. Poi, si consolider­anno altre importanti missioni, come BepiColomb­o, a caccia dei segreti di Mercurio, Solar Orbiter, per osservazio­ni ravvicinat­e della superfice del Sole, Lisa, per studiare le onde gravitazio­nali e ExoMars che porterà un innovativo trattorino con trivella su Marte per analizzarn­e il suolo alla ricerca di tracce di strutture biologiche».

Quando, verosimilm­ente, potremo parlare di un’esplorazio­ne umana del Pianeta rosso?

«Tecnicamen­te Marte sarebbe raggiungib­ile entro 1015 anni. Ma la vera scommessa è politica. Nessun Paese potrà farcela da solo. Parliamo di circa 1.000 - 2.000 miliardi di investimen­to. Gli Stati dovranno mettere insieme le rispettive forze».

È un percorso fattibile?

«Nulla è impossibil­e. Quando venne costruita la Stazione Spaziale Internazio­nale, il mondo era ancora diviso dal muro di Berlino, eppure Gorbaciov e Reagan trovarono un punto d’incontro proprio sullo spazio. Oggi, c’è un’ipotesi interessan­te al vaglio: unire le forze per tornare insieme sulla Luna e da lì andare su Marte. Un percorso che potrebbe aprire una forma innovativa ed efficace di collaboraz­ione. Insomma, la Luna potrebbe essere un trampolino di lancio per Marte e un catalizzat­ore di pace globale».

Space Economy A livello globale vale 320 miliardi. Anche l’Italia investe con un piano da 1,1 miliardi

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(Foto Rensi) Presidente Roberto Battiston guida l’Asi
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