Rimpasto, il Pd apre a sinistra
Serra: «Giusto coinvolgere Insieme e Leu». Scalfi: «Parliamo di programmi»
Sì al dialogo con Insieme Trento e con Liberi e Uguali. Serra, capogruppo pd, apre a sinistra per il rimpasto bis di giunta. «Non è ancora sciolto il nodo della candidatura di Andreatta» avverte Pattini (Patt), mentre Scalfi punta sui temi.
TRENTO Gli scenari sono molti. E diversi fra loro: del resto, a dieci mesi dalle elezioni provinciali, non potrebbe essere altrimenti. Ma in vista del rimpasto bis che impegnerà il sindaco Alessandro Andreatta probabilmente dopo l’estate per far fronte alle candidature di qualche assessore
(Corriere del Trentino di ieri), le forze politiche del centrosinistra autonomista indicano già qualche direzione da seguire. Sia sul piano politico che su quello amministrativo.
A tenere d’occhio i movimenti dei componenti dell’esecutivo di Palazzo Thun è soprattutto il Pd, i cui tre rappresentanti in giunta (Italo Gilmozzi, Andrea Robol e Maria Chiara Franzoia) sono tutti papabili candidati. «Ufficialmente — spiega il capogruppo Paolo Serra — non abbiamo notizie di alcuna candidatura da parte dei nostri. Vedremo. Non credo che tutti e tre decideranno di presentarsi alle urne». Con un’incognita in più: si dovrà capire, in sostanza, se chi si candiderà deciderà di lasciare solo la giunta (rimanendo in consiglio) o di dimettersi anche dall’Aula. «Nel caso di rimpasto — prosegue il capogruppo dem — sarà comunque il sindaco a decidere come muoversi». Anche per la carica di vicesindaco, se Paolo Biasioli lascerà libera la poltrona: «Vedremo come si schiereranno le varie forze politiche». L’eventuale candidatura di Biasioli, fa notare Serra, potrebbe inoltre cambiare lo «status» di Chiara Maule, oggi assessora esterna ma in futuro forse componente «interno» (è infatti la prima dei non eletti in casa Cantiere). Il capogruppo del Pd, però, prova a guardare oltre i confini della coalizione, gettando le basi per un dialogo più ampio. A partire dalla possibile «poltrona» assegnata al gruppo guidato da Vanni Scalfi. «Insieme Trento — osserva — è una forza numericamente importante. Se si parla di una loro collaborazione propositiva, non credo ci sia nulla di male nel coinvolgerli». Non solo: «Sarebbe importante riuscire a lavorare, a livello locale, con Liberi e Uguali». Intanto però, conclude Serra, la maggioranza deve proseguire nel proprio lavoro, «senza guerriglie interne».
E a chiedere meno litigiosità è anche Massimo Ducati. «Non si può continuare a sparare gli uni contro gli altri» avverte il capogruppo del Cantiere civico democratico. Che prosegue: «Qualcuno dimentica che la maggioranza è composta da giunta e consiglieri. Criticare è lecito, ma nelle sedi opportune. E dopo il confronto deve arrivare anche il momento della decisione». Un messaggio al Patt? «Gli autonomisti — risponde Ducati — a volte sono sopra le righe. Ma il mio invito è rivolto a tutti». Poi il capogruppo guarda all’anno appena iniziato. E scuote la testa: «Questo sarà un anno frizzante da un punto di vista politico. E problematico: questa maggioranza ha già avuto un rodaggio difficile. Ora si prospetta un nuovo rimpasto: in questo quadro è difficile fare una programmazione lineare. Sono preoccupato».
Richiama a un dibattito sui temi, infine, Alberto Pattini. Che non ci sta a parlare di «fantapolitica» a dieci mesi dal voto. E allontana ogni interesse del Patt alla carica di vicesindaco. «Siamo la seconda forza politica della coalizione — dice Pattini — da quando Salvatore Panetta e Paolo Castelli hanno lasciato il Cantiere. Se avessimo voluto una carica, l’avremmo già rivendicata. Altri ragionamenti sono assurdi: rifiutiamo queste logiche». Meglio, continua il capogruppo, pensare «alle altre questioni che abbiamo sul tavolo». Tenendo presente, conclude, che ancora non è stato sciolto del tutto il nodo della candidatura del sindaco Andreatta: «Lui dice che non si candiderà, ma così avevano fatto anche Pacher e Dellai. Poi la storia è andata in modo diverso. In questo momento il Pd ha bisogno di persone in grado di portare voti. E Andreatta può garantire un certo consenso. Non so se i democratici potranno permettersi di non tenere conto di questo fattore».