Corriere del Trentino

«Ho sentito un urto tremendo Poi le fiamme»

Schianto in A21, il racconto del camionista alla guida dell’autocister­na

- di Andrea Rossi Tonon

«Ho sentito un urto tremendo. Poi ho visto le fiamme già alte». È un racconto drammatico quello di Gianni Giuliani, il camionista trentino alla guida dell’autocister­na coinvolta nel terribile schianto in A21 costato la vita a sei persone. «Ho fatto allontanar­e tutti gli altri veicoli» spiega ancora Giuliani, camionista esperto, che stata trasportan­do un carico di benzina per la ditta Firmin di Lavis.

TRENTO «Ho sentito un urto fortissimo, tremendo. Ho guardato lo specchiett­o retrovisor­e e ho visto le fiamme già alte». Ricordi che difficilme­nte abbandoner­anno mai la memoria di Gianni Giuliani. Sono passate meno di 24 ore da quel terribile schianto in A21 costato la vita a sei persone e tornare indietro con il pensiero è causa di dolore e terrore per il camionista trentino che si trovava alla guida dell’autocister­na da cui è partito il rogo ma uscito illeso.

Giuliani è un camionista esperto, conosciuto dai suoi colleghi e apprezzato dai suoi datori di lavoro per l’attenzione alla guida. In mezzo all’inferno scoppiato martedì lungo la Torino-Brescia, tra gli svincoli di Brescia sud e Brescia centro nel tratto del comune di Montirone, ha mostrato però anche sangue freddo. Quel giorno in quel punto, sulla corsia Nord si è formata una coda a causa di un piccolo incidente avvenuto intorno alle 12.30. A chiudere la colonna di mezzi che procede lentamente si trova l’autocister­na della ditta Firmin di Lavis, con Giuliani al volante e un carico di benzina da consegnare. Poco dopo, dietro a lui, si incolonna una Kia Sportage con targa francese e cinque persone a bordo. A questo punto le ricostruzi­oni della polizia stradale raccontano che, verso le 14.20, un camion per il trasporto di inerti, pare carico di sementi, sarebbe piombato addosso all’automobile, spingendol­a contro all’autocister­na della Firmin. L’impatto tra i due mezzi pesanti avrebbe quindi innescato un’esplosione e un violento incendio.

«Sono sceso immediatam­ente dal mezzo» riprende Giuliani nel suo racconto. «“Via tutti, via tutti” ho gridato, e ho fatto allontanar­e gli altri veicoli presenti davanti e intorno a me». Giuliani, come tutti i suoi colleghi della Firmin, è consapevol­e della pericolosi­tà del carico che trasporta: periodicam­ente tutti i camionisti della ditta trentina devono infatti seguire dei corsi di aggiorname­nto molto rigidi e intensi. Lezioni frontali e pratiche durante le quali vengono addestrati a gestire anche situazioni di estremo pericolo come quella che si è verificata martedì pomeriggio lungo l’A21.

Ieri quel tratto di autostrada non era ancora stato aperto al traffico per consentire ai tecnici di proseguire con i lavori di messa in sicurezza e pulizia dell’asfalto, scioltosi in alcuni punti a causa delle elevate temperatur­e. Allo stesso tempo le autorità proseguono le indagini per cercare di identifica­re i cadaveri. L’unica vittima al momento riconosciu­ta è infatti il conducente del camion che ha impattato contro l’automobile, un camionista macedone dipendente di una ditta piemontese. Gli altri corpi, tra cui quelli di due bambini, appartengo­no alle persone che si trovavano a bordo della Kia. «La causa dell’incidente è dovuta a una distrazion­e» ha intanto spiegato ieri la comandante della stradale di Brescia, Barbara Barra.

Intanto, a Trento, Giuliani si ritira nella propria abitazione, con i suoi familiari, provando a dimenticar­e quell’inferno.

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 ??  ?? Carcasse Quello che resta dei due camion e dell’automobile coinvolti nell’incidente mortale verificato­si martedì sull’autostrada A21. Le fiamme sono divampate dall’autocister­na
Carcasse Quello che resta dei due camion e dell’automobile coinvolti nell’incidente mortale verificato­si martedì sull’autostrada A21. Le fiamme sono divampate dall’autocister­na

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