I talk schierati a sinistra
Agli appartenenti del centrodestra non rimane altro che cambiare canale tv per non vedere e ascoltare trasmissioni politicamente unidirezionali, quando i temi proposti sono di valenza universale. Mi riferisco, in particolare, ai talk show di approfondimento politico, economico, giudiziario, amministrativo perché gli invitati sono tutti di sinistra, salvo qualche eccezione per cui ne esce una visione adulterata.
Questo non può essere considerato un Paese delle pari opportunità se non consente di scambiarsi libere opinioni. Il rimedio disponibile è quello di scegliere un programma più appagante e obiettivo. Se qualcuno avesse dei dubbi sull’impari trattamento basterebbe che guardasse il programma «DiMartedì» su La 7 guidato da Giovanni Floris. Il protagonista inquisitore è quasi sempre il giornalista Travaglio e il destinatario principale delle denigrazioni Berlusconi. Che fanno coro con Travaglio ci sono altri giornalisti o politici di sinistra. Per questa ragione, prima di cambiare canale, ho voluto contare con precisione le persone che intervengono abitualmente: Travaglio, al quale viene dato lo spazio di metà trasmissione, il comico Gene Gnocchi, nella parte burlesca antiberlusconiana, il grillino Fico, molto caricato nelle attribuzioni negative contro il Cavaliere, Eugenio Scalfari, fondatore del quotidiano Repubblica e altri.
Ora che Berlusconi si è rilanciato nell’agone politico si sono riaccesi giustizialismo e sarcasmo, snobbando il nuovo pensiero degli elettori che è marcatamente orientato verso il centrodestra. Non è leale opposizione politica, bensì maldicenza nei confronti dell’avversario che dovrebbe essere battuto con un contropensiero di maggior valore e onestà intellettuale. La sinistra non riesce o non vuole cambiare orientamento, ma persistere nella non politica e nelle offese personali.
Angelo Lorenzetti,