Camion al Brennero «Alzare i pedaggi non è la soluzione»
«Ridurre il traffico dei pezzi pesanti sull’asse del Brennero aumentando i pedaggi, secondo il modello Svizzero, non è una soluzione percorribile — dichiara Thomas Baumgartner, presidente di Anita — perché se tutti i paesi confinanti seguissero l’esempio della Svizzera in tema di transito di camion, il sistema delle esportazioni italiane rischierebbe il collasso e gli importantissimi mercati di sbocco sarebbero difficilmente raggiungibili. La competitività delle aziende produttrici italiane, inoltre, peggiorerebbe ulteriormente». Anche i sistemi di dosaggio utilizzati di recente da parte del Tirolo e di nuovo in programma per l’8 di gennaio, hanno l’effetto di un incremento dei costi, oltre a spostare il problema ambientale sui paesi confinanti come la Baviera o l’Alto Adige, che si trovano a fronteggiare lunghi incolonnamenti sulle autostrade a causa della limitazione dei passaggi a 300 camion all’ora imposto dal sistema di dosaggio. Anita invita il Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano a desistere dal rincorrere il presidente del Tirolo Platter per l’introduzione della cosiddetta «Korridor Maut» da Monaco a Verona, che è nient’altro che «un altro balzello artificioso che fa lievitare i costi del sistema produttivo economico europeo». «I problemi del traffico non si risolvono con sempre nuove imposizioni e aumento tariffari, ma con intelligenti investimenti in sistemi telematici e infrastrutturali che permettono di diluire i traffici su tutto l’arco temporale giornaliero e su più passaggi alpini possibili, siano essi stradali che ferroviari». Il 70% delle merci italiane esportate deve attraversare le Alpi e i flussi si concentrano fondamentalmente su tre dei sette possibili passaggi dell’arco alpino: Monte Bianco, Svizzera e Brennero. «Il Brennero è il meno costoso dei tre, ma i pedaggi comunque ripagano lautamente i costi delle rispettive infrastrutture e i bilanci di Autobrennero».