I doni della «Befana del Gestore» ai bambini ricoverati negli ospedali
L’iniziativa della Faib grazie alla colletta dei benzinai del Trentino
Dal 1993 al 2018. Si è ripetuto TRENTO quest’anno per la venticinquesima volta il rito della «Befana del Gestore», nato dall’idea dell’allora presidente Faib, Carlo Pallanch, di portare la befana nei reparti d’ospedale dove sono ricoverati i più piccoli. Così accade la mattina del 6 gennaio di ogni anno. «Tutto è nato quando mi trovai a trascorrere le festività natalizie in pediatria, in un ospedale milanese — ricorda Pallanch —. Con Faib decidemmo di distogliere per un istante il pensiero dal dolore della malattia dei piccoli e dei loro genitori. Da allora ogni anno ci attiviamo per organizzare questa iniziativa». Così, la vecchietta che da tradizione, a cavallo di una scopa, «vien di notte con le scarpe tutte rotte», e riempie le calze di dolciumi, è arrivata di prima mattina nelle corsie di pediatria degli ospedali di Trento e Rovereto.
Si è prestata a fare la «Befana del Gestore» la giovane Emma Scandolari, diciannovenne, nipote di Giuliano Scandomesi lari, il vicepresidente di Faib che da alcuni anni cura l’organizzazione dell’evento. Vestita con la tipica sottana nera (non mancavano il cappello e la scopa) e accompagnata da un paio di «aiutanti» con cesti carichi di doni, si è fatta guidare dagli infermieri per l’area pediatrica, bussando alle camere di una cinquantina di bambini.
Non ha distribuito dolci, e nemmeno aglio o carbone. Ai piccoli ricoverati nell’area pediatrica - da quelli con pochi di vita ai tredicenni - ha portato giochi, matite colorate, quaderni da disegno, bambole e pupazzi a forma di befana. «I doni sono stati offerti ai bambini a seguito di una raccolta fondi che ha coinvolto, nei mesi scorsi, sia i soci Faib, che i commercianti Anva, ma anche la presidenza della Provincia e alcuni clienti dei distributori di benzina che hanno deciso di donare qualche euro in più per una buona causa», ha spiegato Giuliano Scandolari. Così, chi non ha avuto la fortuna di trascorrere il periodo natalizio a casa, ha almeno ricevuto un momento di sorpresa e spensieratezza.
Anche i piccoli pazienti stranieri e le loro famiglie, che non conoscevano la figura folcloristica della befana, ne sono rimasti affascinati. Un padre, sorridendo di riflesso al figlio Hamid, di un anno e mezzo, che stringeva fra le manine il regalo ricevuto, ha chiesto incuriosito all’infermiera del reparto se, una volta terminato il giro, potesse tornare a raccontargli la storia della befana. Non si conosce in Marocco, il suo paese d’origine, la leggenda di quella signora che è stata capace di portare sorpresa e felicità sui volti di tutti i bambini ricoverati in ospedale. «E’ un’iniziativa che coinvolge tutti i gestori della provincia di Trento e che vuole dare un segnale forte di solidarietà» ha poi concluso il presidente Faib, Federico Corsi.
Scandolari Chi non ha avuto la fortuna di trascorrere il periodo natalizio a casa, ha almeno ricevuto un momento di sorpresa e spensieratezza