Corriere del Trentino

Studi trentini, l’anno si apre con il ’68

Domani la società brinda al 2018 con la prolusione di don Farina e il premio Onestinghe­l

- Andrea Bontempo

È tempo di festeggiam­enti per la Società di studi trentini di scienze storiche, che inaugurerà domani alle 17 presso la sede di via Santa Croce a Trento il nuovo anno sociale. Si inizierà con la consueta prolusione, tenuta quest’anno dal filosofo e sacerdote Marcello Farina e incentrata su un anniversar­io di portata mondiale che tocca molto da vicino la città di Trento: il cinquantes­imo del Sessantott­o. Si terrà poi l’assegnazio­ne del premio «Gino Onestinghe­l», conferito annualment­e dal 1978 per un lavoro inedito di carattere storico-archivisti­co sul Trentino-Alto Adige. I due vincitori sono Veronica Barbacovi e Stefano Malfatti. Verranno inoltre presentate le

nuove pubblicazi­oni della Società, tra cui Memorie in divisa. Ufficiali austro-ungarici in Trentino al tempo di Francesco Giuseppe di Nicola Fontana, responsabi­le dell’archivio storico e del Museo della guerra di Rovereto.

Farina, lei nel 1968 aveva 28 anni, che ricordo ha di quell’anno così fatidico?

«Mi ritengo un testimone d’eccezione non tanto per l’età ma per il luogo in cui vivevo, piazza d’Arogno a Trento, e per la mia condizione di prete: potei assistere a ogni evento ed esservi coinvolto. Il ’68 per il Trentino fu una primavera che seguì un periodo di straordina­rio risveglio civile, sociale, economico e religioso. Siamo debitori del ’68».

Ci parli della sua prolusione: «Sessantott­i. Trento fra scuole, fabbriche e parrocchie».

«Il 1968 a Trento fu di certo un anno fatidico ma non avrebbe avuto quella portata se prima non ci fossero state aperture in quei tre contesti: nel 1962 a Trento venne fondata l’università e nel 1963 ci fu la riforma nazionale della scuola media; il Trentino vide il passaggio da un’economia agricola a una progressiv­a industrial­izzazione, con lo sviluppo di una coscienza operaia».

Quale fu il ruolo della Chiesa trentina nel ’68?

«La Chiesa trentina nel ’68 veniva dalla stagione del Concilio ed era pronta al dialogo: il vescovo Gottardi e il mondo cattolico ebbero un occhio di riguardo, serio e impegnato nei confronti della rivolta studentesc­a».

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Manifestaz­ioni Un corteo nel ’68

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