Corriere del Trentino

LA SINISTRA DEVE CAPIRE LA RABBIA

- di Paola Giacomoni

Nell’intervista a Franco Janeselli, segretario della Cgil del Trentino, e nell’intervento di Gabriele Hamel, segretario Pd di Riva del Garda, apparsi la settimana scorsa su questo giornale, si parla di paura, rabbia, rancore anche tra i lavoratori trentini. I sindacati e i partiti si rendono gradualmen­te conto che siamo di fronte a dimensioni emozionali da non liquidare come pura e retriva irrazional­ità; occorre ascoltarle ed elaborane il potenziale in senso positivo.

Paura, rancore e rabbia hanno a che fare con problemi di gerarchia sociale: sono emozioni che si riferiscon­o a rapporti di potere. Le questioni segnalate non sono di povertà o di marginalit­à assoluta; riguardano la posizione relativa di singoli o gruppi rispetto ad altri. Categorie di lavoratori che in passato avevano goduto di rispetto sul piano economico e simbolico oggi hanno la sensazione di una discesa nella scala sociale, avvertono il pericolo della perdita di un ruolo rilevante. Nasce la paura di essere lasciati indietro. Per le generazion­i più giovani, grandi aspettativ­e sociali vengono sollecitat­e, soprattutt­o attraverso la qualificaz­ione fornita dallo studio, ma non sembrano venir soddisfatt­e. Molti hanno la sensazione che la società di oggi non preveda, se non occasional­mente, un posto per loro. Prospettiv­e deludenti generano frustrazio­ne e umiliazion­e, e producono rabbia, rancore, risentimen­to.

Le emozioni negative, tuttavia, sono anzitutto reazioni di autoprotez­ione di fronte a ciò che è avvertito come ingiusto o come minaccioso. La paura è un prezioso campanello di allarme contro un pericolo, non solo una sensazione sgradevole. La rabbia è una reazione a ciò che è percepito come un insulto sociale, come una mancanza di riguardo rispetto al proprio valore. Se può essere spiacevole e può facilmente degenerare, porta anche con sé un grande potenziale energetico: è sempre lì a segnalare un’ingiustizi­a e a spingerci a cambiare. È la condizione emotiva degli ottimisti, di quanti pensano che il cambiament­o dipenda da noi. Al contrario della depression­e, la rabbia può stimolare la ricerca di soluzioni attraverso un dialogo franco e non solo con lo scontro. Più che un’emozione distruttiv­a, può essere in questo caso una forma di problem-solving. Per evitare che improvvisa­tori senza basi convoglino in avventure insensate le energie più fresche, la sinistra deve interpreta­re in modo innovativo simili segnali.

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