LA SINISTRA DEVE CAPIRE LA RABBIA
Nell’intervista a Franco Janeselli, segretario della Cgil del Trentino, e nell’intervento di Gabriele Hamel, segretario Pd di Riva del Garda, apparsi la settimana scorsa su questo giornale, si parla di paura, rabbia, rancore anche tra i lavoratori trentini. I sindacati e i partiti si rendono gradualmente conto che siamo di fronte a dimensioni emozionali da non liquidare come pura e retriva irrazionalità; occorre ascoltarle ed elaborane il potenziale in senso positivo.
Paura, rancore e rabbia hanno a che fare con problemi di gerarchia sociale: sono emozioni che si riferiscono a rapporti di potere. Le questioni segnalate non sono di povertà o di marginalità assoluta; riguardano la posizione relativa di singoli o gruppi rispetto ad altri. Categorie di lavoratori che in passato avevano goduto di rispetto sul piano economico e simbolico oggi hanno la sensazione di una discesa nella scala sociale, avvertono il pericolo della perdita di un ruolo rilevante. Nasce la paura di essere lasciati indietro. Per le generazioni più giovani, grandi aspettative sociali vengono sollecitate, soprattutto attraverso la qualificazione fornita dallo studio, ma non sembrano venir soddisfatte. Molti hanno la sensazione che la società di oggi non preveda, se non occasionalmente, un posto per loro. Prospettive deludenti generano frustrazione e umiliazione, e producono rabbia, rancore, risentimento.
Le emozioni negative, tuttavia, sono anzitutto reazioni di autoprotezione di fronte a ciò che è avvertito come ingiusto o come minaccioso. La paura è un prezioso campanello di allarme contro un pericolo, non solo una sensazione sgradevole. La rabbia è una reazione a ciò che è percepito come un insulto sociale, come una mancanza di riguardo rispetto al proprio valore. Se può essere spiacevole e può facilmente degenerare, porta anche con sé un grande potenziale energetico: è sempre lì a segnalare un’ingiustizia e a spingerci a cambiare. È la condizione emotiva degli ottimisti, di quanti pensano che il cambiamento dipenda da noi. Al contrario della depressione, la rabbia può stimolare la ricerca di soluzioni attraverso un dialogo franco e non solo con lo scontro. Più che un’emozione distruttiva, può essere in questo caso una forma di problem-solving. Per evitare che improvvisatori senza basi convoglino in avventure insensate le energie più fresche, la sinistra deve interpretare in modo innovativo simili segnali.