Benessere equo e sostenibile Bolzano al vertice in Italia Trento insegue a stretto giro
«I punti deboli dell’Alto Adige restano l’innovazione e la ricerca»
TRENTO «L’Alto Adige è al primo posto per benessere equo e sostenibile in Italia. Fra i parametri in cui spicca quelli relativi a occupazione, condizioni economiche, sfera sociopolitica, ambiente e qualità dei servizi, mentre in materia di innovazione, ricerca e creatività c’è ancora da lavorare». Lo annuncia la Camera di commercio di Bolzano, in riferimento all’ultimo rapporto Istat sul benessere equo e sostenibile in Italia.
«Il grafico offre una panoramica sulla situazione nel 2016 — spiega Georg Lun, direttore della ripartizione ricerca economica della Camera di commercio — Dati significativi per quel che riguarda la qualità della vita che non si può misurare solo attraverso i valori monetari del Pil».
Guardando allo studio Istat emerge che le province autonome di Bolzano e Trento registrano dati migliori rispetto alle altre regioni per quel che riguarda qualità del lavoro, dei servizi e sicurezza (reati predatori). In linea con le altre, invece, la voce relativa a paesaggio e patrimonio culturale. Trend negativo, così come nella maggior parte delle regioni, per quel che riguarda le relazioni sociali.
Bolzano fa meglio di Trento in reddito e disuguaglianza e soddisfazione per la vita. Per quel che riguarda occupazione,
condizioni economiche minime e ambiente i dati bolzanini sono in positivo, mentre Trento risulta in linea con la media nazionale.
Di contro il capoluogo trentino risulta migliore rispetto agli indicatori salute, istruzione e formazione e innovazione, ricerca e creatività. Anche qui fa meglio del capoluogo altoatesino, che però si colloca in linea con la media italiana, in politica e istituzioni, sicurezza (omicidi).
«Il punto debole dell’Alto Adige si conferma il settore dell’innovazione e della ricerca — prosegue Lun — Bisogna indirizzare meglio le risorse ma bisogna considerare che il risultato ha a che fare anche col fatto di avere un’università molto giovane. Politica e istituzioni stanno investendo per migliorare la situazione, come dimostrano Eurac e Noi. Le sfide per il futuro saranno quelle di potenziare l’alternanza scuola-lavoro, la digitalizzazione e l’integrazione degli studenti stranieri».