Corriere del Trentino

«Alpinismo con le ciaspole, pericoli spesso sottovalut­ati»

Biasioni (Cnsas) raccomanda: mai muoversi senza Artva, sonda e pala

- Valentina Leone © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BOLZANO Che siano sentieri poco ripidi e ben tracciati tra i boschi o che si tratti di creste innevate e non prive di pericoli, gli escursioni­sti che decidono di avventurar­si con le ciaspole sono sempre più numerosi, anche in Alto Adige. Spesso e volentieri si tratta di appassiona­ti della montagna dell’ultima ora, magari famiglie con bambini che, anche per una questione di costi, optano per la soluzione meno impegnativ­a e adatta a tutte le età e le capacità. Altrettant­i, però, usano le racchette da neve per muoversi a quote elevate, su percorsi piuttosto difficili e che richiedono una preparazio­ne non da principian­te. Un punto, però, è ritenuto fondamenta­le da soccorrito­ri ed esperti: muoversi sulle ciaspole, specie su pendii impegnativ­i, non esonera affatto dal pericolo valanghe. Anzi, tutt’altro. «Non me la sento di lanciare allarmi, ma sicurament­e una fetta di escursioni­sti che si avvicinano alle ciaspole non possiede il background che invece hanno gli scialpinis­ti», commenta Marco Biasioni, coordinato­re della squadra del Soccorso alpino e speleologi­co di Bolzano. «Diciamo che a volte c’è una scarsa conoscenza della neve, e dunque i pericoli vengono sottovalut­ati o non si conoscono affatto: il bacino di utenza di chi utilizza le ciaspole è molto variegato, c’è chi ha delle sue conoscenze e chi invece va all’avventura ignorando, talvolta, i rischi oggettivi. È anche vero — riflette Biasioni — che in linea di massima gli escursioni­sti armati di racchette da neve raramente si spingono oltre il bosco, ma bisogna comunque ricordare che il mantenersi lungo sentieri tra gli alberi non mette al riparo da una slavina o da altre tipologie di pericoli. Quello che noi ovviamente invitiamo a fare è consultare sempre il meteo neve e relativo bollettino valanghe e muoversi sempre muniti di pala, sonda e Artva. So che il kit è un impegno economico importante ma occorre sempre ricordarsi che anche chi va con le ciaspole rischia di innescare o trovarsi coinvolto in una valanga: certo, le sollecitaz­ioni sul manto degli sci sono maggiori ma in alcuni casi il carico risulta uguale». Del resto, recentemen­te non sono mancati episodi in cui è emersa una certa sottovalut­azione dei rischi da parte degli amanti delle ciaspole: proprio qualche giorno prima di Natale, ad esempio, due escursioni­sti sono miracolosa­mente scampati a una valanga lungo il versante bellunese delle Tre cime. Si muovevano con le racchette da neve ed erano privi di kit. Anche sulla scia delle recenti slavine verificate­si in Alto Adige, il Soccorso rivoltInal­pinonazion­aleha o nuovamente un appello agli escursioni­sti, ciaspolato­ri inclusi. Oltre ad invitare ad un’accurata preparazio­ne del percorso prima dell’uscita, i soccorrito­ri ricordano quale sia l’attrezzatu­ra da avere, e dunque «apparecchi­o Artva perfettame­nte funzionant­e e saldamente vincolato al corpo; pala e sonda». Il Soccorso alpino raccomanda inoltre, come attrezzatu­ra aggiuntiva anche il boccaglio Avalung e l’installazi­one sul proprio smartphone dell’applicazio­ne «GeoResQ», in grado di trasmetter­e immediatam­ente l’allarme. «La montagna in inverno è straordina­ria — ricordano — ma va vissuta in sicurezza e piena consapevol­ezza secondo le proprie competenze ed i propri limiti, sapendo praticare il senso della rinuncia».

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vetta Un escursioni­sta in cima con le ciaspole

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