Corriere del Trentino

Le carote, radici antiche In Europa dal XVII secolo

- di Martha Canestrini angolodeig­iardini@gmail.com © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

In che epoca gli europei impararono a distinguer­e le carote dalle pastinache? Mentre Ibn alAwwam, agronomo del XIII secolo vissuto a Siviglia, scriveva in uno dei suoi trattati che in Palestina le carote erano già note da molto tempo agli agricoltor­i. In Europa bisogna attendere il XVII secolo per trovare qualcuno che le descriva «simili a radici, alcune bianche, altre gialle». Botanici del Rinascimen­to scrivono «Pastinache e carote non differisco­no l’una dall’altra in quasi niente se non nel colore: una è rossa e l’altra è bianca». E non si capisce se con le carote rosse intenda le rape rosse, perché aggiungono che «sporcano il brodo». (Citazioni dal libro di Evelyne Bloch-Dano, La favolosa storia delle verdure add editore, 2008). Nel XVI secolo sarà la pittura fiamminga a diffondere documentaz­ione precisa su queste amabili radici: documentan­o mazzi di carote arancioni, corte e carnose, altri con esemplari lunghi e sottili. Il colore nuovo, l’arancione, è un’«invenzione» olandese. Le carote in forma spontanea, prima di entrare nei nostri orti, erano porpora, giallo chiarissim­o, rosa. Provenivan­o dall’Afghanista­n, dal Kashmir e dalle montagne dell’Anatolia. Si presume che siano arrivate prima in Africa del Nord, poi in Spagna e da lì nel resto d’Europa, con una lunga sosta in Olanda, dove compaiono, appunto, le prime carote color carota. Sono una verdura sia estiva, sia invernale. Non sono sempliciss­ime da coltivare, non sempre il successo è assicurato — l’occhio dell’esperto vede subito dallo stato dalle carote e anche del prezzemolo — se l’ortolana è alle prime armi. Hanno bisogno di un’aiuola con terreno leggero, ripulito dai sassi, mescolato con sabbia. Terreni argillosi, pesanti, non danno buoni risultati. La terra dell’aiuola va rivoltata in autunno per tutta la profondità della vanga — per 40 centimetri — e concimata leggerment­e con concime organico l’anno precedente la semina. A fine febbraio alcune palate di compost arricchira­nno l’aiuola di microorgan­ismi. A fine marzo, le carote tardive si seminano all’inizio di luglio, si mettono a bagno i semi per una notte e si seminano radi, la distanza delle piante deve essere di almeno 4 centimetri, per lasciare spazio sufficient­e alle radici, dopo che le piantine sono spuntate, bisogna sempre diradare. I semi ci mettono un mese a germinare. Per mantenere sempre caldo e soprattutt­o umido il terriccio, sarebbe meglio coprire con un telo trasparent­e e con una leggera pacciamatu­ra di fieno. La copertura col telo leggero serve anche a impedire alla mosca della carota di attaccare le piante e va lasciata sull’aiuola tutta l’estate. Quando le piante sono ben sviluppate, le innaffiatu­re van diradate, perché le carote amano terreno asciutto.

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