Corriere del Trentino

CAMPO DI MARCO ZENI INTERVENGA

- di Lucia Coppola

AMarco di Rovereto si sapeva da tempo che il Campo non era più di prima accoglienz­a, bensì ormai, per la gran parte degli ospiti, residenzia­le.

Siamo ormai assuefatti da tempo ad accettare il prevedibil­e, programmab­ile, razionaliz­zabile, vivendolo come un imprevisto, un evento eclatante ed emergenzia­le. Soprattutt­o quando riguarda le vite degli altri. A Marco di Rovereto si sapeva da tempo che il campo non era più di prima accoglienz­a, bensì ormai, per gran parte dei presenti, residenzia­le.

Dei 234 ospiti, più della metà soggiornan­o ormai da oltre un anno in strutture inadeguate, sovraffoll­ate, antigienic­he. I cosiddetti «container» misurano infatti 3 metri per 15 e 2,20 metri in altezza: in 45 metri quadrati alloggiano 14 persone (3,20 metri a testa). Su questo si deve ragionare e riflettere. Per superfici superiori, la Corte di giustizia europea ha condannato l’Italia per il sovraffoll­amento delle carceri. Ricordo che l’altezza di 2,20 metri non è ammessa neppure per i rifugi alpini. In pianura il minimo è 2,60 metri, in montagna di 2,40 metri. Ogni fabbricato dispone di 4 finestrell­e che misurano 80 centimetri per 80, la metà di quanto prescritto dalla normativa. Tradotto in metri cubi, ogni ospite dispone di 7 metri cubi a testa. Tolti letti, suppellett­ili e vestiario, quanta aria respirabil­e rimane? Quanto spazio per la mobilità personale, per un minimo di autonomia e di privacy?

Riesce difficile, se non impossibil­e, mettersi a sedere sul proprio letto senza importunar­e il vicino. È del tutto evidente come i migranti, che si occupano di condurre nel campo un’esistenza dignitosa e civile, e non hanno sin qui dato motivo di lamentarsi del proprio comportame­nto, abbiano qualche ragione nel rappresent­are, con una protesta, la loro difficile condizione di vita, che per alcuni ormai si protrae da lungo tempo. Si rende necessario effettuare con urgenza una verifica struttural­e, che attiene al diritto di vivere in condizioni igienico-sanitarie non degradate, da parte dell’Ufficio provincial­e di igiene e profilassi. L’assessore alla Sanità, che ritiene forse eccessivo un approfondi­mento del caso, dovrebbe invece inviare una commission­e medica, anche a fronte della stagione e delle condizioni climatiche.

Va rimarcato, ed è pienamente riconosciu­ta dagli ospiti, l’encomiabil­e e ammirevole dedizione degli operatori della Croce rossa italiana, degli operatori della Cooperativ­a Nircop, dei volontari che si prodigano in mille modi per consentire una gestione all’altezza delle necessità e della difficile condizione di coloro che sono fuggiti da guerre, torture, privazioni e dolori che hanno riguardato i loro paesi di provenienz­a, le loro famiglie, spesso decimate, le loro stesse vite. È tuttavia evidente che la situazione al campo di Marco è satura e al limite. Gli ospiti andrebbero almeno dimezzati. Ormai è necessario spingere affinché tutti i Comuni della provincia facciano il loro dovere accogliend­o la quota di spettanza. Deve intervenir­e chi ha il potere e la responsabi­lità di far rispettare la legge: il presidente della Provincia autonoma di Trento, il commissari­o del governo, il questore. Trento e Rovereto e altri pochi Comuni che con generosità e senso civico stanno facendo la loro parte non possono supplire all’ignavia di chi volta la faccia dall’altra parte e aspetta che altri si assumano responsabi­lità che non possono essere che condivise.

La lentezza delle pratiche di regolarizz­azione, nello stabilire lo status dei rifugiati, l’effettiva possibilit­à di inseriment­o anche lavorativo, sulle base di competenze per alcuni di ottimo livello, sono un limite che costringe in un limbo di indetermin­atezza. Mettiamoci volontà, saggezza, rispetto delle leggi e attenzione per coloro a cui la vita ha riservato un destino difficile. È solo un caso che non sia capitato a noi tutti di vivere in parti del mondo dove violenza e sopraffazi­one la fanno da padrone. Sono e siamo tutti esseri umani, accomunati dai medesimi sogni, aspirazion­i, desideri di vivere una buona vita, in un mondo migliore. * Co-portavoce dei Verdi del Trentino

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