ANTICONCEZIONALI E MIGRANTI UN’INSOLITA LETTERA AL VESCOVO
Caro vescovo, che tristezza sfogliare il mensile della cooperazione di consumo di gennaio che tra le tante pagine dedicate a pubblicizzare prodotti e i valori che caratterizzano la nostra Cooperazione riporta nella rubrica “Stare in salute” un articolo che pubblicizza gli anticoncezionali. Ma come? Non è farsi male da soli? E poi, si sono appena spenti i riflettori su un noto erbicida reo di causare a torto o a ragione problemi alla salute dei consumatori e qui su questo mensile si pubblicizzano senza pudore prodotti che tolgono in maniera netta la vita? E attenzione, non la tolgono solo in quell’istante ma agiranno indirettamente anche quando un domani ci sarà da curare una persona anziana e non ci sono risorse sufficienti per sostenerne le spese mediche perché manca il ricambio generazionale ed allora interverrà la “dolce morte” a risolvere il problema. Dai media poi, apprendo che nelle sue omelie Lei parla spesso di accoglienza verso i migranti e se da un lato questo Le fa onore dall’altro, davvero pensiamo di risolvere il problema del calo demografico importando giovani già svezzati? Non sarebbe il caso di predicare dal pulpito con pari intensità anche l’accoglienza alla Vita nelle nostre famiglie? O magari pretendere da quei politici nostrani che sui social o sui giornali amano riportare frasi estrapolate dalle Sue omelie per accattivarsi elettori, ad adoperarsi concretamente per creare un contesto culturale favorevole alla natalità, accogliente verso i bambini e che consideri la famiglia qualcosa di centrale nella nostra società per risollevare le sorti demografiche del nostro Paese? Come riporta bene Avvenire, i sostegni economici pubblici restano decisivi, anche perché a loro volta aiutano a fare tendenza e a rendere evidente la scala delle priorità ma probabilmente niente come un approccio dei leader politici o intellettuali e delle comunità, che renda protagonisti e non marginali i genitori, le famiglie, i bambini, può riuscire a cambiare il futuro di questa nostra società. giuliano.preghenella@virgilio.it
Caro Preghenella,
Scrivere al vescovo perché un giornale rivolto ai soci delle cooperative di consumo si occupa di preservativi, le confesso, mi pare un po’ strano e lo è ancor di più se la lettera viene inviata a un altro organo di informazione. Ciò premesso, mi sembra che le sue riflessioni non tengano nella dovuta considerazione l’evoluzione del pensiero della Chiesa e neppure la realtà della società attuale. Concordo invece sull’opportunità di sostenere la natalità, favorendo sia l’occupazione femminile, sia norme e servizi in grado di agevolare la conciliazione lavoro-famiglia. Per quanto si possa fare, comunque, il contributo degli immigrati sarà sempre necessario.