Cooperative con tre mandati? Caso rientrato
Nei giorni scorsi l’allarme di struttura e presidente. I legali forniscono rassicurazioni
TRENTO Aveva destato la preoccupazione di molte coop trentine e dello stesso presidente di Federcoop, Mauro Fezzi, ma a un controllo dettagliato è emerso che la norma contenuta nella legge di Bilancio non stravolgerà il settore.
La norma che impone per tutte le coop una governance di almeno tre consiglieri di amministrazione (comma 936 della legge 205/2017), stabiliva inoltre che anche nelle coop in forma di srl si applica la disposizione di cui al comma 2 dell’articolo 2383 del Codice civile: «Gli amministratori non possono essere nominati per un periodo superiore a tre esercizi e scadono alla data dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio relativo all’ultimo esercizio della loro carica». Ma poi possono essere confermati.
Visto il dibattito molto attuale sul tema del numero di mandati, con alcuni soggetti che mettono il tetto a tre e altri che lo tolgono o lo spostano a quattro o cinque, dalla struttura di Federcoop e dallo stesso presidente Fezzi originariamente l’interpretazione si riferiva proprio all’introduzione di un tetto di tre mandati triennali (9 anni in tutto), fatto problematico per molte coop trentine. Fezzi stesso diceva: «In tante realtà questo principio sarebbe distruttivo Il fondatore è leader». In realtà la norma si riferisce agli «esercizi» e un esercizio vale un anno. «Pertanto il mandato di un amministratore di cooperativa non potrà superare il periodo di tre anni» dice l’ufficio legale. «La nuova norma, quindi, non introduce alcuna novità rispetto alla disciplina del limite del numero dei mandati agli amministratori, che rimane un’eventuale scelta che la singola coop potrà valutare di introdurre all’interno del proprio statuto».