Storia delle circoscrizioni
Il volume è curato dal professor Blanco e altri studiosi Un progetto che propone 20 saggi articolati in 4 sezioni
Il tema sovracomunale Abbiamo scelto la prospettiva di queste realtà amministrative, un livello interessante e anche un obiettivo ambizioso Il territorio Nell’Italia unita è una nozione complessa e al centro di dispute che non riguarda solo il dato fisico ma anche la storia
«I
n genere, si tende a pensare che il dato territoriale sia fisso, invece vive con noi, si muove con la storia». Ne consegue che tornare a dare importanza a tale dato «è cosa non solo opportuna ma anche necessaria per cercare di capire in che modo si possano porre le premesse di uno stato che sia più efficiente, soprattutto in relazione alle esigenze dei cittadini».
Parte da questa considerazione Luigi Blanco, professore di storia delle istituzioni politiche presso il Dipartimento di sociologia e ricerca sociale dell’Università di Trento, per dare uno sguardo ai temi approfonditi da Orizzonti di cittadinanza. Per una storia delle circoscrizioni amministrative dell’Italia unita (Rubbettino), il saggio a cura dello stesso Blanco e di Francesco Bonini, Simona Mori, Floriana Galluccio. Frutto di un confronto di anni cui hanno partecipato decine di studiosi di diverse discipline, il volume — con i suoi venti saggi, articolati in quattro sezioni (quadri, dinamiche, casi, confronti) — intende da un lato porre le basi per un Atlante storico delle circoscrizioni amministrative italiane, dall’altro fornire un orientamento di lungo periodo alla progettazione istituzionale multilivello che conosce anche oggi una particolare effervescenza, per riannodare i fili di un rinnovato impegno civile. Data la pregnanza attuale dei temi trattati, il lavoro è stato di recente presentato presso l’Archivio storico della Presidenza della Repubblica di Roma.
Tra i relatori, anche Luigi Fiorentino, vice segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri. Professor Blanco, perché nel volume si è optato per tematizzare il livello sovra comunale?
«È chiaro che il comune rimane la cellula originaria, ma studiare tutti i comuni italiani sarebbe stata un’impresa titanica. Abbiamo scelto la prospettiva delle circoscrizioni amministrative, un livello interessante e al contempo un obiettivo estremamente ambizioso e complesso, alla luce di altre più risalenti iniziative, in primis quella dell’Atlante storico italiano, che negli anni Sessanta vide impegnati i più autorevoli storici italiani. Il nostro lavoro non pretende di fornire un quadro esaustivo, vorrebbe limitarsi all’Italia unita, ma non si può analizzare la maglia amministrativa italiana senza tener conto di ciò che è accaduto nel triennio rivoluzionario e nell’età napoleonica». Perché antepone la cesura a quel periodo?
«Nella consapevolezza che in campo amministrativo non esiste mai una discontinuità assoluta,
è con Napoleone che vengono introdotti i dipartimenti francesi nel Regno d’Italia, che a un certo punto comprenderà anche il Trentino e il dipartimento dell’Alto Adige e poi tutti i territori direttamente annessi fino al dipartimento del Trasimeno. In fondo anche nel regno di Napoli, la riforma amministrativa è di stampo francese, anche se si chiameranno province e non dipartimenti. Con degli accorgimenti, quelle riforme si manterranno pure nella Restaurazione». Come viene inteso il territorio nello studio?
«Si tratta di una nozione complessa e al centro di dispute. Anche i nostri maggiori amministratori dell’Italia unita continueranno a parlare di contrapposizione tra naturalità e artificialità. Il punto è: ma cosa si intende per naturalità legata al territorio? Certo non può essere solo il dato fisico territoriale, ma comprende anche il dato storico, ed è fondamentale notare che il tema della storia venga fatto proprio sia da quelli che vogliono ridisegnare le circoscrizioni, sia da chi le vuole mantenere immutate. Il territorio da questo punto di vista diventa un insieme di risorse che comprende i vari tipi di produzione - agricola, mineraria e così via - ma anche la popolazione e le pratiche di governo e di amministrazione». In rapporto al contemporaneo, che cosa possiamo dire dei temi trattati dal volume?
«Innanzitutto che sono estremamente attuali. Poche settimane fa alla Camera è stato approvato il passaggio di Sappada, comune veneto, alla regione Friuli Venezia Giulia, ed è il primo caso che si verifica. Tra i diversi referendum che hanno coinvolto le province di Trento e Bolzano, ricordiamo ad esempio il caso di Cortina. C’è una corsa da parte dei comuni per entrare a far parte di province autonome considerate più ricche». Quali elementi sono alla base di ogni riforma territoriale?
«A sorreggere questi processi c’è l’esigenza di trovare più risposte ai bisogni dei cittadini, e oggi tutto ciò va pensato in presenza di trasformazioni epocali come internet, e di entità sovranazionali come l’Unione Europea. Il mondo non resta fermo, e l’Amministrazione deve andare di pari passo alle grandi trasformazioni. Oggi dobbiamo tornare a riflettere su questi argomenti appunto perché il territorio è un dato storico, ma pure perché ci sono trasformazioni che si riflettono inevitabilmente sul territorio. Non c’è miglior modo di capire ciò che accade oggi se non di analizzare ciò che è accaduto storicamente».