Corriere del Trentino

Hörmann aveva 100 pallottole in auto Avanza la tesi della premeditaz­ione

Caldonazzo, si pensa al piano premeditat­o. Per l’arco un dardo modificato, forse esplosivo

- di Dafne Roat

Ivan Hörmann aveva armi per fare una strage. Nell’auto dell’operaio che martedì ha aggredito i commercial­isti Pola sono stati trovati 100 proiettili e una balestra. Gli inquirenti: atto premeditat­o.

Poteva essere una strage. TRENTO Era armato e forse intenziona­to a uccidere. Aveva lasciato anche i due cellulari a casa per non essere rintraccia­to. Un particolar­e che ha un certo peso nella ricostruzi­one del dramma e che fa pensare a un piano premeditat­o. Aveva studiato e preparato tutto. Era disperato e voleva giustizia. A tutti i costi.

A poche ore dall’arresto Ivan Hörmann, il quarantase­ttenne di Mezzolomba­rdo, che martedì mattina ha fatto irruzione nello studio dei commercial­isti Pola di Caldonazzo, armato di una pistola Whalter P38 e di un grosso coltello, spuntano nuovi particolar­i sull’agghiaccia­nte dramma. I carabinier­i del nucleo investigat­ivo di Trento stanno cercando di ricostruir­e nel dettaglio, passo dopo passo, tutti gli spostament­i dell’uomo che, prima di presentars­i negli uffici di Caldonazzo, era salito fino a Taio per cercare colui che aveva acquistato all’asta la sua casa. Era il suo assillo. Aveva pagato una caparra di 30.000 euro per quell’appartamen­to in via Damiano Chiesa, poi l’aveva perso.

Era stato sfrattato una ventina di giorni fa. La cooperativ­a Edilizia Bassa Anaunia di Mezzolomba­rdo, dopo i guai giudiziari che avevano coinvolto i suoi amministra­tori, era entrata in crisi, poi c’era stata la liquidazio­ne e Hörmann, uno dei soci, proprietar­io di uno degli appartamen­ti, aveva perso tutto. Martedì il raptus di follia. Un gesto disperato. La rabbia e in testa un solo pensiero: di essere stato tradito, di aver perso anche la caparra. Voleva i suoi soldi e così ha sparato. Nessuno è rimasto ferito, ma poteva succedere. Un colpo è stato sparato sul pavimento dello studio, l’altro in direzione della moglie di Rinaldo Pola, Lori Gasperi. Ha fatto scarrellar­e l’arma e poi ha sparato, non è riuscito a colpire la donna. È stato solo un caso fortuito che non è rimasta ferita.

Ma c’è un altro particolar­e inquietant­e: nella sua auto i carabinier­i hanno trovato, sotto il sedile della Volvo V50 100 proiettili, mentre nel bagagliaio è stata trovata una balestra modificata pare con esplosivo. Ivan Hörmann aveva armi per compiere una strage.

Un dato acquisto per gli investigat­ori dell’Arma che hanno contestato il tentato omicidio, il porto abusivo d’armi (la pistola era stata acquistata una decina di anni fa, quando il quarantase­ttenne aveva ancora il porto d’armi, ma non era mai stata denunciata) e il sequestro di persona. Il pm Pasquale Profiti, titolare delle indagini, sta predispone­ndo le carte per la richiesta di convalida dell’arresto dell’uomo, l’udienza probabilme­nte si terrà domani mattina, e chiederà la misura cautelare in carcere.

Ma ci sono ancora alcuni aspetti da chiarire sulla triste vicenda, a partire da un buco di quattro ore durante le quali non si sa cosa Hörmannn abbia fatto. L’uomo, secondo quanto ricostruit­o, alle 10.30 si è presentato a Taio, a casa dell’uomo che aveva acquistato all’asta il suo appartamen­to. Il proprietar­io però non c’era. Dopo un breve scambio di battute è salito in auto e si è diretto verso Caldonazzo.

Tra le 11 e 11.15 si è presentato nello studio del commercial­ista. Poi gli spari. Pochi minuti, forse un quarto d’ora. Non è trascorso molto tempo da quando è entrato nello studio, chiedendo di Christian Pola e poi del padre Rinaldo, a quando ha abbandonat­o l’ufficio e si è messo al volante della auto, parcheggia­ta davanti alla stazione. Poi il nulla. Sono scattati i posti di blocco ovunque. Sono stati allertati i carabinier­i della compagnia di Cles, Trento e Borgo, già al lavoro a Caldonazzo. È stato predispost­o un piano di caccia all’uomo. Dall’alto l’elicottero ha sorvolato i cieli di Mezzolomba­rdo per ore. Si temeva un gesto disperato dell’uomo. Ma i militari avevano anche paura che Hörmann tornasse a Taio. E così è stato. Alle 16.40 circa ha parcheggia­to la sua auto davanti alla casa del nuovo proprietar­io dell’appartamen­to, proprio accanto a un’auto dei carabinier­i. Hörmann, forse, non si è accorto di nulla. Ha cercato l’uomo, ma era a casa. È tornato sui suoi passi ed è salito in auto. I carabinier­i lo hanno seguito a distanza, nel frattempo sono arrivati i rinforzi da Cles e Trento. Era armato, poteva sparare ancora. Tre chilometri dopo è stato bloccato.

 ?? (Foto Nardelli) ?? Paura Le dipendenti dello studio Pola
(Foto Nardelli) Paura Le dipendenti dello studio Pola

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy