LA SCUOLA SI APRE ALLE INNOVAZIONI
Aun osservatore distratto il mondo della scuola può apparire fermo, imbrigliato nelle sue consuetudini. In realtà anche a livello locale ci sono esperienze innovative, consolidate negli anni, che meritano di essere conosciute e valorizzate. Molto interesse sta suscitando il modello attuato da sette anni all’Istituto per le arti grafiche «Artigianelli» di Trento, che ha rinunciato alle aule con file di banchi e cattedre, ore di lezione scandite dalla campanella, rigide separazioni per materia, lasciando spazio ad aree e gruppi di apprendimento. L’organizzazione flessibile di attività di ricerca e laboratori genera quello che è stato definito «ecosistema», un ambiente inclusivo attento ai singoli alunni, capace di captare le loro difficoltà e accogliere eventuali disabilità.
Queste scelte sono legate a quelle del «Pertini», un’altra scuola trentina che un decennio fa ha introdotto procedure innovative per integrare studenti insofferenti alle tradizionali pratiche didattiche. Si è sviluppata così la «classe aperta», raccontata in un testo di Andrea Bortolotti, uno dei suoi ideatori. Con modalità affini, la Sovrintendenza bolzanina ha avviato da tempo «Gli anni in tasca», un progetto specifico per contrastare la dispersione. Sono iniziative assai impegnative, meritevoli e straordinarie, accomunate da alcuni tratti essenziali: esplorano percorsi non istituzionali, favorendo così la creatività e l’intraprendenza. Inoltre accompagnano l’adolescente nel processo formativo, riconoscendone le fatiche e privilegiando l’incontro e la relazione tra allievo e insegnante.
Così facendo si sintetizzano le conoscenze in una visione unitaria, capaci di ridurre lo «spezzettamento» in tante materie, ed è possibile legare la teoria alla ricerca applicata. Attività, tempi e spazi vengono modellati in funzione degli obiettivi da raggiungere, prestando attenzione alla qualità di vita dell’ambiente scolastico. Tali iniziative si avvalgono di un gruppo di insegnanti coeso e preparato, disponibile a verifiche e formazione continue. Non a caso alcuni Paesi nordici utilizzano incentivi economici per inserire i docenti migliori nelle scuole più difficili. Siamo di fronte a progetti che sono degli avamposti: vere officine educative e didattiche, in cui si sperimentano soluzioni all’avanguardia che — come per le innovazioni della Formula 1 — possono essere trasferite all’ordinaria prassi quotidiana.