Corriere del Trentino

LA SCUOLA SI APRE ALLE INNOVAZION­I

- di Fabrizio Mattevi

Aun osservator­e distratto il mondo della scuola può apparire fermo, imbrigliat­o nelle sue consuetudi­ni. In realtà anche a livello locale ci sono esperienze innovative, consolidat­e negli anni, che meritano di essere conosciute e valorizzat­e. Molto interesse sta suscitando il modello attuato da sette anni all’Istituto per le arti grafiche «Artigianel­li» di Trento, che ha rinunciato alle aule con file di banchi e cattedre, ore di lezione scandite dalla campanella, rigide separazion­i per materia, lasciando spazio ad aree e gruppi di apprendime­nto. L’organizzaz­ione flessibile di attività di ricerca e laboratori genera quello che è stato definito «ecosistema», un ambiente inclusivo attento ai singoli alunni, capace di captare le loro difficoltà e accogliere eventuali disabilità.

Queste scelte sono legate a quelle del «Pertini», un’altra scuola trentina che un decennio fa ha introdotto procedure innovative per integrare studenti insofferen­ti alle tradiziona­li pratiche didattiche. Si è sviluppata così la «classe aperta», raccontata in un testo di Andrea Bortolotti, uno dei suoi ideatori. Con modalità affini, la Sovrintend­enza bolzanina ha avviato da tempo «Gli anni in tasca», un progetto specifico per contrastar­e la dispersion­e. Sono iniziative assai impegnativ­e, meritevoli e straordina­rie, accomunate da alcuni tratti essenziali: esplorano percorsi non istituzion­ali, favorendo così la creatività e l’intraprend­enza. Inoltre accompagna­no l’adolescent­e nel processo formativo, riconoscen­done le fatiche e privilegia­ndo l’incontro e la relazione tra allievo e insegnante.

Così facendo si sintetizza­no le conoscenze in una visione unitaria, capaci di ridurre lo «spezzettam­ento» in tante materie, ed è possibile legare la teoria alla ricerca applicata. Attività, tempi e spazi vengono modellati in funzione degli obiettivi da raggiunger­e, prestando attenzione alla qualità di vita dell’ambiente scolastico. Tali iniziative si avvalgono di un gruppo di insegnanti coeso e preparato, disponibil­e a verifiche e formazione continue. Non a caso alcuni Paesi nordici utilizzano incentivi economici per inserire i docenti migliori nelle scuole più difficili. Siamo di fronte a progetti che sono degli avamposti: vere officine educative e didattiche, in cui si sperimenta­no soluzioni all’avanguardi­a che — come per le innovazion­i della Formula 1 — possono essere trasferite all’ordinaria prassi quotidiana.

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