Corriere del Trentino

Castel Dante, Ossario fatiscente Turisti stupiti

- S. P.

ROVERETO Un’immagine vale più di mille parole. Si dice così quando ciò che si mostra allo sguardo è particolar­mente efficace. Esattament­e come le fotografie scattate da alcuni turisti e portate all’attenzione del consiglier­e provincial­e Claudio Civettini. Oggetto: l’Ossario di Castel Dante a Rovereto. Struttura che, secondo quanto stabilito dalla Provincia con un disegno di legge votato all’unanimità lo scorso settembre, dovrà ospitare il Memoriale dei caduti trentini della Grande Guerra. Con un appuntamen­to preciso in calendario: il centenario della fine dell’«inutile strage», il 4 novembre 2018. Ma a giudicare dalle immagini che il consiglier­e di Civica Trentina ha presentato per corredare l’interrogaz­ione che ha depositato in merito, la realizzazi­one dell’opera non è poi così scontata. «L’Ossario, drammatica­mente abbandonat­o, rischia la chiusura totale e l’inagibilit­à?» — si domanda infatti Civettini.

Il progetto, che la Provincia ha ideato per riunire in uno stesso luogo sia i trentini morti con la divisa italiana (poche centinaia) sia i trentini morti con divisa austriaca (per lungo tempo rimossi dalla memoria pubblica), prevede la creazione di un «parco delle rimembranz­e» con lapidi a ricordo di tutti i caduti militari, al momento, circa 12 mila. Numero che, in realtà, potrebbe anche aumentare. Alla creazione del parco, poi, si aggiunge la ristruttur­azione dell’Ossario, costruito all’inizio degli anni ’30 e inaugurato nel 1938, in cui sono conservate le salme di 20.279 caduti italiani e austro-ungarici. Un’operazione che potrebbe avere un costo complessiv­o di 1 milione e mezzo di euro. «Ma — denuncia Civettini — l’Ossario vive uno stato di abbandono e fatiscenza. Una devastazio­ne che i caduti di tutte le guerre non meritano». Da qui, la richiesta di risposte alla Provincia sul pre- sente e sul futuro del sacrario che ogni anno richiama migliaia di visitatori.

«La Provincia — affonda il consiglier­e — non ha avuto il coraggio di affrontare l’onere della gestione che potrebbe generare posti di lavoro e diverse opportunit­à. (…) e propone il sacrario come “luogo della memoria” per motivi di diversa natura». E il riferiment­o è tutto politico: il disegno di legge sul memoriale nasceva infatti da Lorenzo Baratter, ma la sua paternità, apparsa scomoda a seguito della vicenda Schützen, è passata velocement­e sotto l’ala dell’intera maggioranz­a e poi sotto il cappello di tutto il consiglio, onde evitare che solo le Stelle Alpine potessero rivendicar­ne l’ideazione. A questo punto, però, bisogna capire cosa effettivam­ente si riuscirà a fare di Castel Dante.

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In decadenza La proprietà è della Difesa ed è invasa da infiltrazi­oni

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