Collegi, Svp fredda su Nicoletti
Zeller: Bolzano, evitiamo complicazioni. Rimpasto, Rossi chiaro: decido io i nomi
Dopo la bocciatura del Pd altoatesino, anche la Svp non si mostra entusiasta dell’ipotesi di affidare a Michele Nicoletti il collegio di BolzanoBassa Atesina. «Stimo Michele, ma non vorrei complicazioni» è il commento del senatore uscente Karl Zeller. E la questione della collocazione del deputato sarà al centro del duplice incontro di oggi a livello provinciale e regionale. Intanto, Rossi gela le ambizioni di giunta: «Decido io».
TRENTO L’ipotesi aveva già fatto storcere il naso al Pd altoatesino. E a poche ore dal secondo vertice regionale della coalizione di centrosinistra autonomista — in programma per questo pomeriggio — a non vedere di buon occhio la possibilità di «cedere» il collegio Bolzano-Bassa Atesina al deputato uscente dei dem trentini Michele Nicoletti è anche la Svp. Che per bocca di Karl Zeller esprime più di una perplessità. «Intendiamoci — premette il senatore uscente —. Ho totale stima di Nicoletti, che ho avuto modo di conoscere e apprezzare per la sua attività sul campo. Non mi intrometto in una questione che riguarda essenzialmente il Partito democratico. Tuttavia già il quadro è un po’ complicato, non vorrei che questa fosse un’ulteriore complicazione». E aggiunge: «Già la base della Svp sarà chiamata a votare un esponente di un altro partito, se pure la base del Pd altoatesino fosse scontenta di votare per un trentino potrebbe essere un problema. Ciò detto, rispettiamo le dinamiche interne al Pd».
Insomma, non proprio una benedizione, per Nicoletti. La cui «collocazione» sarà probabilmente il punto più delicato dei due confronti che impegneranno oggi la coalizione trentina. Le forze politiche del centrosinistra autonomista infatti si siederanno al tavolo questa mattina (in casa Patt) per affrontare la situazione provinciale, per poi viaggiare alla volta di Bolzano e ritrovarsi, alle due e mezzo, nella sede della Svp per allargare la riflessione all’intero quadro regionale. Ed è qui che il nodo del deputato uscente potrebbe provocare qualche scintilla. Non solo a livello regionale. Se infatti Nicoletti non «approdasse» in Bassa Atesina, si inasprirebbe l’incognita del collegio di Trento, sul quale si sono posati gli occhi di più di un papabile. A chiedere per la città una candidatura rosa sono state le donne del Pd (in lizza ci sarebbero Lucia Maestri e Maria Chiara Franzoia), visto che al Senato il posto è ben saldo nelle mani di Franco Panizza (Patt). I dem sono pronti a spendere anche un’altra figura femminile, nel caso in cui l’Upt non esprimesse alcuna donna (i nomi sul piatto rimangono quelli di Lorenzo Dellai e Tiziano Mellarini). E Alessandro Olivi? In molti continuano a vederlo più a suo agio nel collegio di Rovereto, anche se la sua presenza — come quella di Nicoletti — è legata al numero di donne espresse dal Pd. Se si trovasse la quadra con Nicoletti e due candidate, a Olivi potrebbe essere proposto un posto di primo piano nella lista proporzionale (e non è detto che accetti).
Nel mezzo, ci sono anche le richieste — finora inascoltate — di Socialisti e Verdi (che si presenteranno nella lista Insieme). «Ribadiamo con forza — rilancia Alessandro Pietracci (Psi) — che in uno degli otto collegi possa trovarsi la convergenza su un nome indicato da noi».
Intanto, in vista del rimpasto di giunta e in mezzo alle ambizioni, a mettere in chiaro la situazione è il governatore Ugo Rossi. Che ci tiene a dire che «questo non è argomento in agenda». Ma precisa: «Tutti gli assessori in Provincia sono scelti dal presidente, che li nomina con decreto».