Olimpiadi in Trentino, Malagò cauto
Il presidente Coni: «Aspettiamo il nuovo governo». Inaugurata la Casa dello sport
«Questo deve essere un luogo dove pensare e progettare lo sport di oggi e di domani». Paola Mora, presidente del Coni trentino, ha salutato così ieri il taglio del nastro della Casa dello sport, ospitata in via della Malpensada nel centro polifunzionale Sanbàpolis. Una struttura che accoglierà i 38 comitati locali. Presente all’inaugurazione anche Giovanni Malagò, che frena sulle Olimpiadi dell’Euregio: «Fino al 4 marzo ipotesi premature».
TRENTO Il microfono lo prende per ultimo, dopo essersi fatto passare un piumino. Poi il presidente del Coni Giovanni Malagò visita ufficio per ufficio la Casa dello sport: a ogni porta una foto di rito, un saluto, una stretta di mano.
Presidente, per quale motivo parla di una sede «in linea con le volontà espresse dal Coni»?
«Non tutti sanno che la forza del Coni è il suo essere radicato sul territorio: 44 federazioni, 19 discipline associate, 15 enti di promozione, 19 associazioni benemerite in ottomila Comuni italiani. Un meraviglioso manicomio. La sfida è riuscire ad accorpare tutto questo per restituire un’identità condivisa in un Paese dove si litiga su tutto».
L’assessore Tiziano Mellarini ha annunciato la firma di una convenzione fra Provincia e Coni servizi per il censimento delle strutture sportive pubbliche e private del territorio: in cosa consiste?
«Anche qui il Trentino è stato abile a giocare d’anticipo. Il governo ha destinato al Coni fondi importanti per l’impiantistica, sia per la ristrutturazione che per la costruzione ex novo. Il presupposto è la mappatura delle strutture, dal campetto dell’oratorio agli stadi olimpici. Sarà pubblicato un bando per selezionare giovani architetti e ingegneri del territorio, che saranno selezionati sulla base di determinate caratteristiche, dalla residenza all’appartenenza al nostro mondo: fra due o tre mesi il progetto potrà partire, per completare il censimento ci sarà un anno a disposizione. Faccio fatica, tuttavia, a immaginare che il Trentino necessiti poi di qualcosa in più. Penso piuttosto debba mantenere in buono stato gli impianti di cui dispone, lavorando su fonti energetiche e nuove tecnologie, strizzando l’occhio a nuove discipline sportive: qui ci sono i laghi e a Tokyo ci sarà il surf».
Ha indicato la realtà trentina come un luogo d’eccellenza per lo sport: qual è il motivo secondo lei?
«C’è chi dice sia dovuto allo statuto autonomo, chi alla possibilità di offrire un’opportunità sportiva 365 giorni l’anno, chi si riferisce alla collocazione geografica fortunata che ha consentito al Trentino di fare del turismo sportivo forse la prima azienda del territorio. Io penso che qui ci sia gente seria».
La co-canditura di Trentino,
«Per ottenere una candidatura olimpica occorrono la piena condivisione e consapevolezza dei governi centrali, di quelli locali e del comitato olimpico nazionale. Dando per scontato che il Coni e gli enti locali interessati lo siano, non si può prescindere dal 4 marzo: fino a quella data ogni ragionamento o ipotesi di candidatura lascia il tempo che trova. Anche perché il governo che uscirà dalle elezioni dovrà essere forte, autorevole e non provvisorio. Dopo Vancouver, Sochi, PyeongChang fra 25 giorni e Pechino nel 2022, è anche normale che il Comitato olimpico internazionale voglia ritornare in Europa, anche perché, negli imminenti giochi invernali, non credo di sbagliare di molto dicendo che gli atleti europei vinceranno tre quarti delle medaglie».