Vacanze estere, gli under 30 oltre la paura
Bolgia (Fiavet): «Convince il basso rischio». Ma pesano ancora i costi
Gli under 30 trentini amano viaggiare all’estero, per loro non esiste la paura di attentati. Le famiglie invece optano per l’Italia, con un occhio ai costi. Questo quanto emerge dall’indagine dell’Ispat.
TRENTO Si dice spesso che ciò che conta non è la meta, ma il viaggio. Ed è questo che devono aver pensato i quasi 255 mila trentini che nel 2016 hanno fatto le valigie lasciandosi alle spalle lavoro e incombenze quotidiane per concedersi una vacanza. Durata media del soggiorno: quasi 10 giorni. Destinazione preferita: l’Italia. Se è vero, infatti, che il rischio terrorismo esiste ed è innegabile, è vero anche che i trentini — come del resto gli italiani — a rinunciare a qualche giorno di ferie proprio non ci stanno. Così, meglio cambiare meta piuttosto che restare a casa. Con l’amara consapevolezza che l’unica leva che può mettere un freno alla voglia di partire è, purtroppo, quella economica.
Nell’anno preso in considerazione dall’indagine condotta dall’Istituto di Statistica Provinciale, il 2016 appunto, passando in rassegna un campione rappresentativo di 2.500 famiglie per 6.000 individui (rapportato poi al totale della popolazione trentina dai 18 anni in su), 147.309 trentini si sono concessi una vacanza in Italia, 54.676 invece sono volati all’estero. E le vacanze, in realtà, sono state più d’una. Per l’esattezza: 1,70, ovvero quasi 2 vacanze per ogni singolo intervistato, con una media di 1,42 per chi ha viaggiato in Italia, di 1,34 per chi ha puntato solo sull’estero e di 2,88 per chi è riuscito a concedersi entrambe le opzioni (laddove per vacanza si intende un soggiorno di almeno 5 giorni e 4 notti consecutive). Non solo, l’indagine sulle condizioni di vita delle famiglie stilata dall’Ispat ha differenziato le scelte di viaggio per fasce d’età. Una riflessione dalla quale si evince che 16.347 under 34 si sono dedicati alla scoperta dei paesi stranieri, mentre 34.524 over 65 e 33.078 45-54enni hanno puntato sulle bellezze italiche. «La Puglia è stata la meta più gettonata — conferma Laura Bolgia, vicepresidente Fiavet — seguita da Sicilia e Sardegna, mentre sono scese Nord Africa e Grecia a causa di immigrazione e rischio terroristico. I trentini si sentono decisamente più sicuri in Italia, specie se viaggiano con i bambini». Per il target familiare, infatti, la vacanza è ancora principalmente legata a distese di sabbia, mar Mediterraneo e villaggi con formula all inclusive. Sempre con un occhio al portafogli, si intende, considerando anche che tra bassa e alta stagione possono ballare più di 1.500 euro.
«Le mete estere, invece, rimangono appannaggio di viaggiatori esperti che accettano più facilmente il rischio» — rileva Bolgia, evidenziando tra le mete top degli ultimi tempi Cina, Argentina, Giappone e India. In questi casi, anche i più giovani, ormai avvezzi alle prenotazioni fai da te su internet, si rivolgono ai consulenti di agenzia mettendo in conto, per i viaggi più strutturati, cifre importanti che possono arrivare anche a sfiorare i 5.000 euro a persona. «C’è poi chi ricerca esperienze uniche come una notte in tenda in riva all’Oceano, il safari in un parco naturale o un giro sul trentino di Harry Potter in Scozia» — racconta ancora la vicepresidente ricordando che un importante valore aggiunto per il viaggiatore trentino è dato dalla presenza dell’aeroporto Valerio Catullo di Verona, asset strategico per il turismo in entrata e in uscita.
Non tutti, però, riescono a concedersi una vacanza. Secondo l’Ispat, nel 2016 sono dovuti rimanere a casa ben 155.637 mila trentini. La ragione? Economica. Almeno per 46.325 persone. Il portafogli, infatti, ha rappresentato un limite sopratutto per le fasce d’età comprese tra i 45 e i 54 anni e per gli ultrasessantacinquenni. Molto più distanti le motivazioni legate agli impegni lavorativi o di studio che hanno interessato 24.993 persone, o le motivazioni familiari, per 22.358, mentre singolare è la «mancanza di abitudine» espressa da quasi 28 mila trentini. Si tratta cioè di residenti in provincia che non hanno mai viaggiato prima e che continuano a non cedere al richiamo del turismo.
L’agente La meta più gettonata è la Puglia Crollano Nord Africa e Grecia Solo i viaggiatori più esperti scelgono l’estero, con spesa fino a 5.000 euro