Corriere del Trentino

«Casa della sport, posto per progettare»

Inaugurata la struttura che ospita il Coni e le federazion­i. Mora: «Cogliere la chance di condivider­e»

- Erica Ferro

TRENTO «Ce l’abbiamo fatta» ha esordito un’appassiona­ta Paola Mora, ieri, dal palco allestito per l’inaugurazi­one della Casa dello sport. Dalla pallavolo agli sport invernali, dalla pesca sportiva all’orientamen­to, sono 38 i comitati locali tra federazion­i nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva e associazio­ni benemerite, che hanno trovato accoglienz­a in via della Malpensada: «È un successo del mondo sportivo trentino» sottolinea la presidente del comitato provincial­e del Coni, gridando nel microfono il suo entusiasmo. Ma non di sola sede si tratta: «Deve essere anche un luogo dove pensare e progettare lo sport di oggi e di domani».

Ultimo tassello che va a completare il centro polifunzio­nale Sanbàpolis, la Casa dello sport, come hanno avuto modo di ricordare un po’ tutti, dalla presidente Mora al sindaco di Trento Alessandro Andreatta, sarebbe dovuta sorgere altrove (alle Ghiaie) e costare 13 milioni di euro (ne è costata uno): «Qui erano previsti un ristorante e un lounge bar — rammenta anche il presidente dell’Opera universita­ria Alberto Molinari — idea poco coerente con la destinazio­ne di questo spazio, che ospita strutture per attività sportive e culturali a due passi da uno studentato dove vivono quasi mille persone». L’altra annotazion­e ricorrente è che i soldi risparmiat­i per convertire il 5% di Sanbàpolis in Casa dello sport sono serviti per la costruzion­e della pista indoor di atletica leggera (che sorgerà a fianco del campo Coni in via Maccani) e per la realizzazi­one dell’impianto natatorio cittadino.

Per il taglio del nastro, toccato all’atleta paraolimpi­co Gianluigi Rosa e alla fondista Ilaria De Bertolis affiancati da Ousman Jaiteh, richiedent­e asilo originario del Gambia «capace di correre la mezza maratona in un’ora e 14 minuti con scarpe da passeggio», sono intervenut­i oltre trecento esponenti locali del mondo dello sport e delle istituzion­i: «La managerial­ità è un aspetto nevralgico — aggiunge Paola Mora — dà valore e contenuto a tutto il mondo sportivo e mi auguro riempia le giornate anche qui a Sanbàpolis. Auspico che la possibilit­à di condivider­e questi spazi sia colta come una grande opportunit­à da tutti i comitati».

Facciata e pavimento in porfido (del Trentino, naturalmen­te), 1.400 metri quadrati di superficie per due piani, la Casa dello sport è un grande open space per 45 uffici (sette sono i locali riservati al Coni), comprese tre sale conferenze da 100, 40 e 30 posti: «Abbiamo puntato molto sull’ecososteni­bilità» spiega l’ingegnere progettist­a Luca Masini della Sts engineerin­g. L’ultima battuta «ufficiale» è del presidente del Coni Giovanni Malagò: «Non s’offenda il progettist­a — dice — ma una bella scritta Coni all’ingresso non guasta, l’edificio è un po’ spersonali­zzato».

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(Foto Rensi) Varo A sinistra il taglio del nastro con Rosa, Molinari, Andreatta e Mora. Nelle due fotine a lato la presidente provincial­e del Coni Paola Mora e il presidente nazionale Malagò mentre stringe la mano a Ousman Jaiteh, richiedent­e asilo del Gambia
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