Corriere del Trentino

LA PADRONANZA DEI SAPERI

- di Giovanni Pascuzzi

Il governator­e Ugo Rossi ha aperto l’intervista rilasciata ieri al Corriere del

Trentino dicendo che bisogna eleggere in parlamento persone «competenti». Ma cos’è esattament­e la competenza in politica? Essa non coincide con la capacità di procacciar­e voti. Spesso i partiti si affidano ad artisti affermati o a campioni dello sport proprio perché attraggono consenso. Essere in grado di arrivare allo «scranno», però, nulla ci dice su cosa si è poi in grado di fare. Parimenti, la competenza politica è qualità diversa dal possesso di conoscenze anche approfondi­te in uno specifico campo. Un virologo di vaglia potrà esprimere un parere illuminato se si deve affrontare il tema dei vaccini, ma quella particolar­e conoscenza può rivelarsi poca cosa allorché le Camere sono chiamate a occuparsi delle mille altre materie loro affidate: dalla politica estera al commercio internazio­nale, dalla tutela dell’ambiente all’ordine pubblico.

Il concetto di competenza riassume la padronanza di saperi, abilità e abiti mentali. Il parlamento è chiamato a scrivere leggi e definire politiche pubbliche in senso ampio: attraverso le norme vengono orientati e/o conformati i comportame­nti delle persone al fine di raggiunger­e gli obiettivi considerat­i importanti.

La competenza politica significa innanzi tutto essere in grado di capire i problemi della società: quelli presenti ma anche e forse soprattutt­o quelli che verosimilm­ente si presentera­nno. Un compito difficile: perché bisogna essere preparati a «leggere» i fenomeni, comprender­ne le cause, metterli in relazione. Significa, poi, immaginare le soluzioni per quei quesiti enucleando gli strumenti, anche innovativi, più idonei a perseguirl­i. Prima di scrivere bene una legge occorre concepire ricette efficaci nel merito.

Il solo possesso di simili capacità, tuttavia, non basta. Dilemmi, soluzioni e strumenti possono essere compresi e costruiti unicamente se si ha una meditata e coerente visione del mondo. Per capirci: il disavanzo statale può essere una grossa complicazi­one, il taglio delle spese può venire visto come strumento per la sua soluzione, decidere se ridurre la spesa sociale o i fondi relativi agli armamenti attiene alla visione del mondo. A ben vedere è il profilo più importante di tale competenza: quello che dovrebbe portare a ritenere che, anche nell’epoca del «fare», la distinzion­e tra destra e sinistra non è affatto superata.

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