Legge elettorale, c’è il ricorso «Va ridotto il potere Svp»
Iniziativa trasversale delle opposizioni. «Elementi di incostituzionalità»
A Bolzano, un gruppo trasversale e interetnico di esponenti dell’opposizione provinciale (Fi, Rifondazione, M5S e Freiheitlichen) ha presentato un ricorso contro il Rosatellum.
Una spada di Damocle sulle elezioni politiche del 4 marzo, con conseguenze che potrebbero estendersi ben oltre i confini regionali. Un gruppo trasversale e interetnico di esponenti dell’opposizione provinciale (da Forza Italia a Rifondazione, passando per M5S e Freiheitlichen) ha presentato un ricorso contro il Rosatellum. Nel mirino, in particolare, le eccezioni adottate per il Trentino-Alto Adige che andrebbero — secondo i promotori — a tutto vantaggio della Svp, «violando i principi di uguaglianza e libertà di voto». Domani c’è l’udienza al Tribunale civile di Trento: se i dubbi di costituzionalità fossero riconosciuti come «non infondati», le carte verrebbero trasmesse alla Consulta. Tra gli scenari, possibile (anche se non probabile) un rinvio del voto in tutta Italia.
Rosatellum sotto attacco. Nove esponenti delle opposizioni (Michaela Biancofiore di Forza Italia, Lidia Menapace, Gianfranco Maffei, Michelangelo Zanghi, Federica Costanzo e Gabriele Benatti di Potere al popolo, Paul Köllensperger di M5S, Pius Leitner dei Freiheitlichen e il ladino Bonifazio Willeit) hanno depositato un ricorso contro la legge elettorale con cui si voterà il 4 marzo. A curare l’atto, due avvocati: il milanese Felice Cesare Besostri (ex parlamentare di sinistra e già protagonista di battaglie contro l’Italicum e il Porcellum ) e il bolzanino Igor Janes. Nel mirino alcuni punti della norma considerati un po’ troppo «su misura» della Svp
Il primo aspetto contestato è la soglia regionale di sbarramento del 20% (che sale di fatto al 40% considerando il solo Alto Adige) per i partiti rappresentativi delle minoranze linguistiche. «Una soglia così elevata — sostengono i legali — parrebbe in contrasto con il principio di tutela della minoranza linguistica, la quale, nonostante goda di una popolazione sufficiente ad eleggere un numero plurimo di seggi, non riuscirà a darsi una rappresentanza pluralistica a causa appunto della soglia irragionevolmente alta». In altre parole: solo la Svp può puntare realisticamente al superamento di tale asticella, non a caso la destra tedesca ha rinunciato in partenza alla competizione. Se la soglia del 20% non è una novità, viene contestato il «paracadute» aggiunto quest’anno: anche in caso di tracollo elettorale, basterà aggiudicarsi due seggi uninominali su tre (per esempio i fortini di Bressanone e Merano) per accedere al accedere alla ripartizione dei seggi.
Altro punto sollevato dal ricorso, il ribaltamento rispetto al resto d’Italia del rapporto tra seggi assegnati con proporzionale e con maggioritario. Se a Sud di Borghetto prevale il sistema proporzionale (con il 65% circa dei seggi ), in regione ad ogni seggio uninominale ne corrispondono 0,83 proporzionali. Un’oasi maggioritaria che, ancora una volta, premierebbe il partito locale di maggioranza relativa. A peggiorare la situazione, sempre secondo i promotori, sarebbe l’abolizione del cosiddetto «scorporo»: fino all’ultima tornata , infatti, il meccanismo prevedeva un ripescaggio del «miglior perdente» dei seggi uninominali, un modo per riequilibrare i risultati che è stato abolito nel Rosatellum. «La distorsione della rappresentanza proporzionale — proseguono i legali — raggiunge il suo massimo in questa regione. Le liste di maggioranza relativa si assicurano la totalità dei seggi proporzionali. Il metodo proporzionale è poi del tutto sbeffeggiato al Senato perché viene eletto un solo senatore, che in assenza di scorporo non funge nemmeno da riequilibrio proporzionale».
Non è finita: contestata anche l’impossibilità per l’elettore di effettuare un voto disgiunto. Ovvero: il voto al candidato dell’uninominale «trascina» la scelta verso il listino bloccato della quota proporzionale. In questo modo un elettore, per votare il candidato preferito nel collegio, può essere costretto a votarne un altro «sgradito» come capolista del proporzionale. Qui si nasconderebbe, secondo i ricorrenti una limitazione del diritto di voto.
Nelle 90 pagine di ricorso ci dono molti altri rilievi, compreso il ricorso al voto di fiducia in aula. Domani la parola al giudice di Trento, in futuro (forse) alla Consulta.
I possibili effetti Domani udienza al Tribunale di Trento Tra gli scenari anche il rinvio del voto Asticella «La soglia del 20% per le minoranze nega il pluralismo» Rilievi «Senza scorporo e scelta disgiunta premiato il più forte»