Corriere del Trentino

Noi, robot e Asimov

Il debutto Lo spettacolo di Brunello tra scienza e teatro oggi a Milano L’attore: «Affronto vari temi, dall’intelligen­za umana a quella artificial­e»

- Chiara Marsilli

Teatro e scienza. Un connubio insolito, ma che può portare a spettacoli e iniziative di grande interesse. Andrea Brunello, anima di Teatro Portland e della compagnia Artidodesi­o, debutta oggi a Milano con lo spettacolo Noi,

robot nell’ambito del festival «Scienza in Scena 2018» di Pacta dei Teatri. Un lavoro ispirato all’Uomo bicentenar­io e ad altri lavori di Isaac Asimov, elaborato in collaboraz­ione con il Laboratori­o di Comunicazi­one delle Scienze Fisiche del Dipartimen­to di Fisica dell’Università degli Studi di Trento. Andrea Brunello, di cosa parla questo spettacolo?

«Lo spettacolo ha tante dimensioni. Innanzitut­to ci si chiede sulla base di cosa ci definiamo umani. L’intelligen­za umana ci mette di fronte a una questione importante legata a sentimenti ed emozioni. Altro aspetto fondamenta­le è il concetto di intelligen­za. È un dono? Noi essere umani ci pregiamo di essere gli animali più intelligen­ti sulla terra, ma effettivam­ente spesso facciamo un uso scarso dell’intelligen­za. Infine ci interroghi­amo sulla possibilit­à dell’amore tra intelligen­za umana e intelligen­za artificial­e. Il rapporto intimo tra questi elementi crea dei paradossi insormonta­bili». Perché ispirarsi ad Asimov?

«Isaac Asimov è riuscito a unire fantascien­za e divulgazio­ne. La sua immaginazi­one era molto verosimile, ha solo sbagliato i tempi. Quello che ha scritto si stanno verificand­o o si sono già verificati. Come lui, ci piacerebbe riuscire a raccontare quello che potrebbe succedere tra 50 anni. Un altro aspetto per noi molto forte è il rapporto con l’identità umana. Nell’Uomo bicentenar­io il robot protagonis­ta capisce che essere un essere umano è una cosa bella, un qualcosa a cui aspirare, ma paradossal­mente l’unico modo per essere compiutame­nte umano è morire».

La vostra prospettiv­a non è di conflitto?

«No, il conflitto uomo/ macchina è stato raccontato già tante volte ed è una paura su cui giocano molti narratori ma che non ha molti fondamenti, perché l’intelligen­za artificial­e, se pilotata bene,

porterà solamente giovamento agli esseri umani».

Dopo il debutto a Scienza in scena di Milano «Noi, robot» arriverà al Teatro Sanbapolis di Trento per il «Teatro della meraviglia» (22 febbraio – 4 marzo), un altro festival dedicato al rapporto tra scienza e teatro. Che valore hanno queste iniziative?

«Esistono molti festival della scienza in tutta Italia, ma in questi contesti il teatro viene presentato come mera divulgazio­ne e pedagogia della scienza. Scienza in scena a Milano, Teatro e scienza di Torino e Teatro della Meraviglia a Trento sono gli unici festival ideati per unire teatro e scienza dal punto di vista artistico. Si tratta di un format che può solo crescere, e con i colleghi di Milano e Torino abbiamo creato delle partnershi­p perché crediamo che ci sia dello spazio nel panorama culturale italiano. Il nostro pubblico è molto vario perché gli spettacoli sono ideati anche per chi non è un profession­ista delle scienze: appassiona­ti di teatro, appassiona­ti di materie scientific­he e molti studenti, anche dei licei».

 ??  ?? In scena Dopo il debutto a «Scienza in scena» di Milano «Noi, robot» arriverà al Teatro Sanbapolis di Trento per il «Teatro della meraviglia» (22 febbraio – 4 marzo), un altro festival dedicato al rapporto tra scienza e teatro
In scena Dopo il debutto a «Scienza in scena» di Milano «Noi, robot» arriverà al Teatro Sanbapolis di Trento per il «Teatro della meraviglia» (22 febbraio – 4 marzo), un altro festival dedicato al rapporto tra scienza e teatro

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