Corriere del Trentino

In memoria di Libby Byers Doppia mostra a Bolzano

- di Lucia Munaro

Lunedì la cerchia di amici si è raccolta insieme al figlio Bartolomeo per la cerimonia del commiato di Libby Byers, artista americana e adottiva bolzanina scomparsa nei giorni scorsi a 73 anni dopo una lunga malattia. Ora due mostre che raccolgono una selezione dei suoi lavori, frutto di un’intensa attività produttiva, vogliono ricordarla nel modo più consono per un’artista, esporre le sue opere e renderne partecipe la città. A Bolzano Libby Byers viveva dal 1974, prima era arrivata dagli States in Italia, considerat­a una culla dell’arte, per studiare a Pavia. Poi l’amore, il figlio, la vita in Sudtirolo, altri amici, altri artisti e sempre, costante, la sua ricerca pittorica in cui fondeva l’esperienza italiana e le radici americane. Il lascito è grande. Pierina Rizzardi, che con Libby e altre artiste ha vissuto gli anni del fermento artistico di Bolzano alle soglie del secondo millennio nel gruppo Donne e ricerca, esporrà ora, da venerdì alle 17.30 nel suo studio Saxò di via Rosmini, una serie degli infiniti orizzonti marini realizzati a pastello da Byers, dove emerge tutto il rigore dell’artista e quel suo insaziabil­e anelito per la luce e il colore. E altri pastelli della serie Goldfish, in cui alle linee orizzontal­i si contrappon­e il guizzo circolare di pesci in movimento e si coglie ancora la sua pittura intensa ed essenziale. Sempre venerdì alle 19.30 nello spazio Regina in viale Venezia, si inaugurerà la seconda mostra con i lavori più grandi, collage e tele con tutto il respiro dell’arte di Byers che abbracciav­a le due sponde dell’Atlantico.

La forza dell’influenza americana si legge in uno dei quadri realizzato in plexiglas e veli di carta sui toni del giallo, solarità e trasparenz­a che si traducono in leggerezza e astrattism­o assoluti. Un quadro che basterebbe a inquadrare la Byers tra i grandi artisti del secolo scorso. A fianco una tela fortemente materica, con uno dei suoi orizzonti, una sottile linea infuocata sul nero della superficie e, una concession­e forse alla terra alpina che l’ha accolta, la purezza della linea orizzontal­e che cede e si dissolve qui in un profilo di montagne. A Bolzano invero l’“americana” restò più conosciuta alla ristretta cerchia di amici artisti che al grande pubblico, tranne forse per quelle sue vetrine artistiche realizzate per tanti anni per l’ottica Leitner. Pannelli realizzati magari con pacchetti di sigarette allineati e dipinti a colori decisi, e il tratto del pennello che vi disegna sopra occhi come segni di una grafia orientale, puri esempi di arte pop. Oppure minuscoli paesaggi naturalist­ici, perfette scenografi­e in miniatura. Libby Byers ha insegnato inoltre arte alle scuole superiori di Bolzano trasmetten­do ai suoi allievi la sua indomita passione.

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