Barbareschi: «Urbanistica, tanti problemi. E mancano i moduli»
Gian Maria Barbareschi, coordinatore del Comitato interprofessionale e presidente dell’Ordine degli ingegneri, come valuta il disegno di legge della giunta per una semplificazione dei rapporti fra pubblica amministrazione, cittadini e imprese?
«Qualsiasi provvedimento che vada nella direzione di una semplificazione è positivo, è banale dirlo. Mi sembra si collochi nell’alveo della legge Madia, che prevede per i procedimenti amministrativi un unico punto d’ingresso e tempistiche certe. È sicuramente una sfida, che va declinata e rispettata, significa pensare anche a una forte informatizzazione delle procedure. È bellissimo
parlare di semplicità, tuttavia, ma basterebbe scavare sotto la superficie per vedere che si potrebbero risolvere anche altre problematiche». A cosa si riferisce?
«La nuova legge urbanistica del 2015, ad esempio, si avvale ancora della modulistica della norma decaduta. Una determina del Consorzio dei Comuni dice che nel transitorio lo si può fare, ma è qualcosa di non corretto. Parlare di semplificazione è bello, ma poi si deve guardare ai fatti: l’anno scorso, con l’aggiornamento della legge urbanistica per renderla in sintonia col regolamento attuativo, sono state introdotte altre due tipologie di moduli, la Segnalazione certificata di agibilità e la Comunicazione di
inizio lavori asseverata, peccato manchi qualsiasi tipo di modulistica, sia online che cartacea».
Rivendicate l’attenzione della Provincia anche su altri temi, dunque.
«Fra gli altri, la definizione degli standard urbanistici: sul tema delle distanze stiamo utilizzando ancora una circolare della Provincia figlia della legge urbanistica precedente, rimasta congelata per un’incertezza normativa a livello nazionale. Visto che a dicembre a Trento e Bolzano è stata riconosciuta competenza sul tema, si dovrebbero poter fare passi avanti».