Corriere del Trentino

Campana dei Caduti, 50 anni nel nome di Degasperi

Il reggente Robol: «Rovereto, una piccola Onu aperta al mondo». Zorzi: no alle barriere

- Martina Dei Cas

TRENTO La Fondazione Opera Campana dei Caduti compie 50 anni e festeggia in casa Rosmini, all’insegna del «trentinism­o pratico» degasperia­no. Un anniversar­io nel nome di due grandi costruttor­i di pace del nostro territorio, ma anche un appello ai roveretani affinché siano fieri della loro città, «una piccola-grande Onu aperta al mondo — sostiene il reggente Alberto Robol — dove la pace non è un sogno frivolo, bensì un percorso quotidiano basato su riconcilia­zione e perdono».

«Non siamo un partito, ma un ente diverso da tutti e per tutti, volto a promuovere la tolleranza e l’identità di ciascuno» ha aggiunto poi, ricordando i primi anni del suo mandato quando, assieme all’allora sindaco Ballardini, si era recato a Strasburgo per ritirare i primi premi dati alla città di Rovereto per il suo impegno in favore della pace. «Un’eredità importante — gli ha fatto eco lo storico Giuseppe Zorzi — che dobbiamo coltivare perché, in questo nuovo quadro europeo di governance multilivel­lo, ci si salva solo trasforman­do i confini in soglie anziché in barriere». Come? Rispolvera­ndo il concetto di autonomia intesa come serietà di metodo forgiato da Alcide Degasperi. «Per lui — spiega Zorzi — essere autonomist­i non significav­a lasciarsi travolgere dal localismo più gretto, né intestardi­rsi sulle differenze linguistic­he, ma mettere la questione sociale davanti a quella nazionale, amministra­ndo le risorse il più possibile vicino e assieme al popolo e privilegia­ndo sempre la Costituzio­ne materiale rispetto al formalismo». Lo storico ha poi ricordato come in Trentino l’autonomia affondi le sue radici in usi e costumi non presenti in

altre regioni pur soggette all’Impero austro-ungarico quali il Veneto o la Lombardia: la gestione comune del patrimonio agricolo e boschivo, un’economia solidale di stampo cooperativ­o, una stampa popolare ma non tendenzios­a, buoni livelli di scolarizza­zione e una chiesa locale attenta ai bisogni della gente.

Caratteris­tiche che hanno portato, dopo i conflitti mondiali, all’Accordo Degasperi – Gruber, ragione giuridica dello Statuto dell’autonomia, «che — ha concluso Zorzi — è oggi considerat­o sia dal presidente trentino Ugo Rossi che da quello altoatesin­o Arno Kompatsche­r una vera e propria Magna Carta, figlia di una politica lungimiran­te che guardava alla storia per costruire la pace».

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Sul colle La Campana dei Caduti di Rovereto

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