I volti frammentati di Del Pero alla galleria Prisma di Bolzano
Autoritratti Si intitola «Ogni giorno» l’esposizione che inaugura questa sera alle 19
Qualche anno fa (a dire il vero ormai circa una decina), nell’ambito della rassegna Kunstart, il pubblico bolzanino e non solo, ha avuto modo di conoscere il lavoro di Alessandro Del Pero attraverso alcune opere.
La ricerca del giovane pittore si mostrava debitrice della lezione di alcuni dei grandi maestri del Novecento, primo fra tutti Francis Bacon, dal quale l’artista mutuava, oltre alla tavolozza sanguigna, quella sorta di tormentato smembramento che investe le superfici nei dipinti del maestro irlandese.
Da allora Del Pero, che si è formato come architetto, ha proseguito lungo la strada della pittura, lasciando Bolzano per trasferirsi prima in Spagna e poi a New York, città nella quale oggi vive e lavora.
Ed è con le opere di questo artista che si apre l’anno espositivo del Südtiroler Künstlerbund, che gli dedica la mostra «Ogni giorno», esposizione che aprirà ufficialmente i battenti questa sera alle 19 alla galleria Prisma di Bolzano, offrendo una panoramica della ricerca di Del Pero, legata a diverse tematiche, tra le quali spicca per centralità quella dell’autoritratto.
Il tema che più di ogni altro permette agli artisti di indagare il loro essere con gli strumenti dell’arte, dà modo di apprezzare l’evoluzione che negli anni ha investito la pittura di Del Pero, che ora dimostra di aver acquisito maggiore consapevolezza degli strumenti a propria disposizione e maturità.
L’approccio di Del Pero nei confronti dei volti protagonisti dei suoi quadri, e quindi anche del proprio, lo porta a scomporre sistematicamente le superfici per far emergere strutture composte attraverso frammenti che incastrandosi tra loro concorrono a generare i piani e le superfici di una galleria di ritratti nella quale lo sguardo dei soggetti - che sia rivolto verso il pubblico o proiettato al di là della tela verso un punto indefinito - come da tradizione gioca un ruolo da protagonista.
Lontani da un’estetica idealizzante, questi osservano e ci guardano, svelando le proprie inquietudini e imperfezioni, stagliandosi il più delle volte su sfondi che lasciano spazio solo alle loro ombre, in modo da non permettere ad alcun elemento esterno di interferire con l’assoluta centralità dei volti. Il carattere di questi dipinti, volutamente instabile, genera un senso di inquietudine.
Accanto al ritratto Del Pero realizza anche nature morte, nelle quali la dicotomia interno/esterno trova espressione attraverso l’espediente del quadro nel quadro, tema ricorrente nella ricerca del pittore, che gli permette di proiettare lo spettatore all’interno di oscuri quanto affascinanti spazi pittorici.
Questo tema, altrettanto caro all’artista quanto quello del ritratto, viene utilizzato quale sublimazione dell’illusione da lui stesso creata e funge da elemento seduttivo nei confronti dello spettatore, che viene attratto all’interno del quadro, per perdersi nelle sue profondità.
La mostra proseguirà fino al 9 febbraio.