Con i fiati degli Stellari Jazz d’intreccio al Laurin
Spesso (e volentieri) il jazz si esprime con un solo strumento per volta (nelle session, in alcuni solo, quando un esordiente cita un grande) e per il resto è amalgama, intreccio fra timbri e colori. Ma quando un gruppo è formato da musicisti che suonano una solo famiglia di strumenti, come la mettiamo? Dipende. La scelta dei direttori artistici della rassegna jazz al Laurin Bar di Bolzano, Helga Plankensteiner e Miki Loesch, è stata ancora una volta molto felice. Tanto che questa sera, dalle 21.30, si esibiranno Gli Stellari, che suonano solo fiati (tuba, trombone, sassofono, tromba) con l’aggiunta della batteria che nel jazz non è mai solo accompagnamento ritmico. La musica del gruppo è radicata nella tradizione afro americana (jazz, funk, et) ma anche influenzata da un’infinità di stili come il rock, l’improvvisazione di stampo europeo, il drum&bass, il dub, ritmi afro cubani e tanto altro. Gli Stellari, nati al «Castello Live» (Valdagno, Vicenza) nel 2011 scoprono da subito l’energia del loro sound e si esibiscono in tutta Italia in manifestazioni di strada, jazz club ed eventi privati. Hanno all’attivo tre cd autoprodotti: «La Disseminazione», «Il Buon Tempo» e «Intoppo Spaziale». Il loro leader (meglio dire primus inter pares), Glauco Benedetti (classe ’87) intraprende lo studio della tuba in giovanissima età, iniziando a collaborare con enti lirici e sinfonici. Accanto all’attività di orchestrale coltiva l’interesse per altre tradizioni musicali quali jazz, rock e pop, esplorando le possibilità del proprio strumento nei più inconsueti contesti musicali. Ha collaborato, tra gli altri, con Francesco Diodati, Ada Montellanico, Achille Succi, John De Leo, Jacopo Jacopetti, Piero Bittolo Bon, Christian Escoudé, Marco Tamburini, Roberto Gatto, Roberto Cecchetto, Domenico Caliri, Pasquale Mirra, Marco Frattini, Enrico Morello. Nel 2013 ha partecipato al Back-up tour di Jovanotti.