Corriere del Trentino

Candidati dem, pressing su Tonini Pronta la deroga

Trento, Olivi insiste. Boschi insidia Nicoletti

- di Marika Giovannini

In attesa di qualche certezza in più da Roma, nel Pd prendono forma nuovi scenari per la definizion­e delle candidatur­e in vista delle Politiche di marzo. L’ultima riguarda Giorgio Tonini, che molti vorrebbero rivedere in Valsugana: per lui sarebbe già pronta una deroga ai mandati. Intanto, su Trento Alessandro Olivi continua a puntare i piedi: a muovere il vicepresid­ente sarebbe una sorta di braccio di ferro con Luca Zeni, che ha lanciato Maria Chiara Franzoia.

Gli incontri «ufficiali» riprendera­nno solo domani. Anche se, probabilme­nte, per qualche giorno rimarranno ancora inconclude­nti. Ma alla vigilia dell’ultima settimana di trattative per definire le liste in vista delle Politiche del 4 marzo (la scadenza è fissata per il 29 gennaio), a non fermarsi sono le indiscrezi­oni. Su assetti, strategie e, soprattutt­o, nomi.

L’argomento più «ghiotto» di questi giorni, come si sa, riguarda la sfida interna al Pd per la definizion­e dei candidati nei tre collegi. Con gli occhi puntati, in particolar­e, su quello più ambito: il collegio di Trento. Gli scenari, qui, si sprecano. Anche se le certezze sono lontane e sono legate a decisioni che saranno prese in queste ore fuori dai confini provincial­i: sarà infatti l’assetto delle candidatur­e definito da Roma a sciogliere i nodi che oggi tengono bloccato tutto lo schema. O quasi.

Decisiva, in questo senso, sarà la scelta che il Pd nazionale farà per il collegio della Bassa Atesina, dove si fa strada l’idea di una candidatur­a di Maria Elena Boschi e perde quota sia una collocazio­ne di Graziano Delrio che una imposizion­e (viste le barricate del Pd altoatesin­o) di Michele Nicoletti. Questa prospettiv­a, di fatto, riportereb­be il deputato uscente, fresco di nomina alla presidenza dell’Assemblea parlamenta­re del Consiglio d’Europa (domani l’investitur­a), nel «calderone» dei nomi da assegnare ai collegi trentini, sempre che non si decida di lasciare a Nicoletti il ruolo di capolista nel proporzion­ale (tenendo presente che i vertici nazionali dem hanno fatto capire di voler mantenere un posto in Parlamento per il deputato).

Difficile, nel quadro attuale, che al docente venga riassegnat­o il collegio di Trento a cuor leggero. Il motivo è presto detto: su quel seggio si è già scatenata una discreta bagarre. Con protagonis­ti «illustri». Il primo, come è noto, è il vicepresid­ente della Provincia Alessandro Olivi. Che in questi giorni starebbe facendo il diavolo a quattro per ottenere il collegio cittadino, nonostante la sua origine roveretana e nonostante le spinte di molti elettori della città della Quercia che lo vorrebbero candidato nel collegio della Vallagarin­a. La sua insistenza però, secondo i ben informati, non sarebbe legata solo al fatto di poter gareggiare in un territorio praticamen­te «sicuro» per il centrosini­stra autonomist­a (anche per Olivi, da Roma, sarebbero state spese parole favorevoli). A muovere il vicepresid­ente sarebbe anche un’altra motivazion­e: in sostanza, l’assessore provincial­e non avrebbe preso bene le « mosse » del collega di giunta Luca Zeni per la candidatur­a di Maria Chiara Franzoia a Trento (con conseguent­e probabile ingresso in giunta comunale di Elisabetta Bozza r el li ). Esi sarebbe impuntato sul capoluogo in una sorta di braccio di ferro interno all’esecutivo provincial­e.

Sta di fatto che in mezzo a tutte le ambizioni la matassa diventa davvero difficile da sbrogliare. Visto che il Pd deve tener conto anche della quota di genere (i nomi tra i quali scegliere sono sempre gli stessi: oltre a Franzoia, Elisa Filippi e Lucia Maestri). E che le candidatur­e non possono certo essere assegnate a caso. La preoccupaz­ione, in questo senso, è soprattutt­o per il difficile collegio della Valsugana, dove la scelta del candidato risulta delicatiss­ima in un territorio difficile e con un vento nazionale tutto fuorché favorevole. Proprio per questo, sono in molti a sollecitar­e un «ritorno» in Valsugana dell’unico candidato in grado di sbaragliar­e il centrodest­ra dal 1994 ad oggi: Giorgio Tonini. Lui, è noto, ha già messo in chiaro di non volerne sapere. Ma l’ipotesi sta riprendend­o quota, consideran­do anche che da Roma avrebbero assicurato il via libera a un’eventuale deroga ai mandati.

Ancora in stallo anche la situazione nell’Upt. L’attesa, anche in questo caso, è romana. E riguarda la decisione di Lorenzo Dellai. Con, sullo sfondo, una sfida interna tra Tiziano Mellarini e Vittorio Fravezzi. Quest’ultimo, che punta molto su una candidatur­a nel suo territorio, ha avuto in queste ore un sostegno importante dal coordiname­nto dell’Upt dell’Alto Garda e Ledro.

E il centrodest­ra? L’attenzione è soprattutt­o sulla Valsugana, dove dovrebbe correre Maurizio Fugatti: Michaela Biancofior­e, infatti, avrebbe mollato la presa. Troppo allentante l’idea di poter sfidare Maria Elena Boschi.

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«Dem» Elisa Filippi discute con Giorgio Tonini e con Michele Nicoletti: sono tre papabili per le elezioni

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