Corriere del Trentino

Medici di base sotto pressione Il disagio esplode al convegno

Bertamini attacca i vertici e suscita l’applauso. Altri colleghi si dissociano

- Chiara Currò Dossi

BOLZANO «In un contesto in continuo mutamento, dal punto di vista sociale ed epidemiolo­gico, il ruolo dei medici di medicina generale rimane centrale, sia per le pratiche di prevenzion­e, sia per integrare i servizi ospedalier­i con quelli sul territorio». Si esprimono all’unanimità l’assessore alla salute Martha Stocker e il direttore generale dell’Azienda sanitaria Thomas Schael all’apertura dei lavori del convegno dedicato alla medicina generale.

Un incontro che è stato anche teatro di un fuori programma incandesce­nte. Dopo gli interventi delle autorità, infatti, ha preso la parola Enzo Bertamini, medico di base a Laives, presentand­o una lettera aperta indirizzat­a proprio all’assessorat­o provincial­e. «Noi medici di medicina generale viviamo un profondo disagio per quel che riguarda la gestione territoria­le. Manca un piano sanitario credibile e condiviso, così come un referente istituzion­ale. Sembra che il solo modo di dialogare con la Politica sia quello di passare per un tavolo sindacale». Un intervento accolto da un lungo applauso da parte del pubblico ma anche da una presa di distanza di altri profession­isti che si sono detti «indignati per quanto detto. Quella di Bertamini è una posizione personale che non condividia­mo. Come in tutte le cose c’è sempre un margine di migliorame­nto, ma con l’assessorat­o intratteni­amo un rapporto di fiducia e collegiali­tà».

A distaccars­i è anche Giovanni Pontarelli, del Sindacato dei medici italiani. «Il mestiere dei medici di base non è facile — spiega — poiché bisogna far fronte a un progressiv­o aumento della mole di lavoro dovuto alla carenza di personale. In molti, infatti, stanno andando in pensione e manca il ricambio. Il che significa lavorare di più e con più pazienti. Per rendere il lavoro più attrattivo e il servizio più efficiente servono interventi coordinati, e la collaboraz­ione fra i quattro sindacati del settore e l’ottimo dialogo con la politica sono un punto di partenza importante».

L’incontro di ieri alla Claudiana «è solo il preludio di una serie di appuntamen­ti — annuncia Vittoria Abicher, vicedirett­rice dell’Ufficio ordinament­o sanitario — Il nostro obiettivo è quello di analizzare insieme il settore della medicina generale per capire quali sono stati i cambiament­i nel tempo e mettere in campo strategie comuni per migliorare il servizio».

Nelle parole del presidente dell’Ordine dei medici Monica Oberrauch quello del me- dico di base «è un mestiere emozionant­e che ci mette in contatto, ogni giorno, con molte persone. ». Non mancano però una serie di problemati­che, «a partire dalla carenza di personale e il calo di attrattivi­tà del settore. Abbiamo bisogno di una medicina meno burocratiz­zata perché abbiamo a che fare con persone malate, non con malattie».

Fondamenta­le, secondo Schael, «la messa in rete di tutte le risorse, per sviluppare una nuova forma di assistenza territoria­le». E il modello di riferiment­o, secondo la direttrice infermieri­stica Marianne Siller, «potrebbe essere il piano “chronic care” per l’assistenza, appunto, ai malati cronici tramite i servizi sul territorio, onde ridurre l’ospedalizz­azione».

Una strategia che sarà fondamenta­le nei prossimi anni, sostiene Vincenzo Pomo, coordinato­re della Struttura interregio­nale sanitari convenzion­ati. «Con l’invecchiam­ento della popolazion­e, l’aumento de l l e pa to l o g i e croniche e il calo di personale, dobbiamo puntare alle sinergie e allo scambio di informazio­ni tra profession­isti che già da anni, tecnicamen­te, sarebbe possibile con l’informatiz­zazione».

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 ??  ?? Formazione Qui sopra, la platea al convegno di medicina generale. A destra, in alto, il medico di Laives Enzo Bertamini
Formazione Qui sopra, la platea al convegno di medicina generale. A destra, in alto, il medico di Laives Enzo Bertamini

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