Congedi, coinvolti 1.400 papà
Famiglie con figli: incremento delle richieste. Poggio: le aziende spesso non aiutano
Dal 2013, sono sempre di più, anche in Trentino, i padri che richiedono il congedo obbligatorio e il congedo parentale facoltativo. I dati dell’Inps parlano di 2.827 papà, in tutta la regione, solo nel 2016. Ma i giorni messi a disposizione dalla misura sono appena quattro. E, pur riconoscendo la condizione migliore registrata dalle due Province autonome, la sociologa Barbara Poggio punta il dito sulla scarsa cultura aziendale: «I metodi di dissuasione messi in campo — rileva — sono molti, sia dai datori di lavoro che anche dai colleghi stessi. E spesso manca informazione».
TRENTO L’aumento è graduale e costante. Ed è un piccolo segnale di come, nella cura dei figli, l’ago della bilancia penda sempre più in favore di un modello compartecipativo: ogni anno, dal 2013, sono sempre di più, anche in Trentino, i padri che richiedono il congedo obbligatorio e il congedo parentale facoltativo.
I dati dell’Inps, relativi esclusivamente ai dipendenti privati, parlano chiaro: nel 2016 sono stati 2.827 i papà, in tutta la regione, che hanno beneficiato del brevissimo periodo di astensione dal lavoro introdotto dalla riforma Fornero e pagato al 100% dall’ente. Fino al 2017 i giorni previsti erano due, abbinati alla possibilità di una giornata facoltativa da defalcare dalla maternità, mentre da quest’anno saranno quattro. Un numero comunque inferiore rispetto a molti paesi europei, dove in alcuni casi il periodo di astensione per la nascita del proprio figlio può arrivare anche a due settimane interamente retribuite.
Il dato disaggregato segna un sostanziale equilibrio tra le due province autonome: il 49% delle richieste giunge dal Trentino, il 51% dall’Alto Adige. L’incremento registrato dalla sua data di introduzione, per la nostra provincia, è del 5-6% circa ogni anno.
«Significa che si sta lavorando bene, è un discorso culturale, ovviamente, e non solo di retribuzione, ma credo che nel nostro territorio ci sia più informazione e i padri stiano iniziando ad essere più sensibili sul tema» commenta il direttore generale dell’Inps regionale Marco Zanotelli. Del resto, nella classifica nazionale elaborata dal Sole 24 Ore proprio sulla base dei dati dell’ente, emerge come regioni con cinque volte la popolazione di tutto il Trentino – Alto Adige, come ad esempio Puglia o Campania, presentino appena poche decine di richieste in più.
Trend analogo anche per il congedo parentale facoltativo: in regione si segnalano 224 richieste e, come per quello obbligatorio, la ripartizione tra le due province è sostanzialmente del 50%. In questo caso, lo ricordiamo, i mesi disponibili possono essere richiesti in alternativa dal padre o dalla madre, ma a livello nazionale, come anche sul piano locale, permane comunque l’inclinazione a che siano le donne a usufruirne. A differenza di quello obbligatorio, che prevede appena quattro giorni (a partire dal 2018) il facoltativo consta di dieci mesi, elevabili a undici se il padre ne sfrutta almeno tre, ed è retribuito dall’Inps al 30% solamente per i primi sei mesi. Le richieste presentate dai papà, dunque, sono in linea generale sensibilmente inferiori, ma comunque in crescita.
Se sul piano locale i numeri sono confortanti, il dato singolare, a livello nazionale, è che, per il periodo obbligatorio, siano comunque ancora pochi i padri che decidono di beneficiarne, con appena il 50% degli aventi diritto che decide di trascorrere qualche giorno a casa. Diversamente dal congedo per maternità, oltretutto, l’astensione obbligatoria per i padri non prevede sanzioni di sorta, nè per il lavoratore nè per l’azienda, qualora non se ne usufruisca.
Il direttore Nel nostro territorio l’informazione è maggiore Cresce la sensibilità