Merler: «Ex Italcementi, subito la bonifica»
Salizzoni, dubbi sul polo fieristico. Serra: «Un corso universitario darebbe unità»
TRENTO «Mi opporrò con tutte le forze all’abbattimento di quelle bellissime ciminiere». Giù le mani da quei due sigari di cemento, grida Andrea Merler. Il capogruppo di Civica trentina in consiglio comunale entra nel dibattito sul futuro dell’ex Italcementi annunciando l’intenzione di dare battaglia contro chiunque dovesse ipotizzare la distruzione delle due ciminiere «perché hanno un valore sia dal punto di vista architettonico sia storico». Merler sposa dunque il progetto di Campomarzio per l’area antistante le due strutture, ribadendo l’intenzione di voler sostenere «la loro manutenzione e valorizzazione», così come l’ipotesi di un parco albertato fruibile, con il relativo laghetto, e del polo fieristico. «Certo la tempistica deve essere veloce — aggiunge il consigliere comunale — Quindi la bonifica sia rapida».
Chi invece nutre dei dubbi sulla possibilità di destinare una parte dell’area ad attività fieristica è il consigliere Alberto Salizzoni di Insieme Trento. «Non mi pare sia quella la vocazione della zona» spiega, aggiungendo di «attendere elementi certi per valutare più attentamente». «Si era detto che la Provincia avesse intenzione di spostare in quell’area dei manufatti di recupero per realizzare dei progetti transitori, cosa difficile da immaginare per la difficoltà di adattare il tutto — continua il consigliere comunale — Adesso si avanzano proposte definitive, ma ancora non ho visto alcuna contestualizzazione né di tipo architettonico né di tipo infrastrutturale». Secondo Salizzoni, quindi, la valutazione su un polo fieristico o di un altro tipo di impianto «attrattore di traffico» a Piedicastello può essere espressa dopo aver capito «cosa vogliono fare e come ciò dialoghi con la città». Serve dunque un’analisi ponderata dell’intero progetto, cosa che in qualche misura aveva proposto anche il presidente di Italia Nostra Beppo Toffolon, suggerendo di partire non da un elenco di opere da realizzare in base alle necessità ma da un disegno complessivo.
Intanto c’è chi prova a mettere sul tavolo possibili soluzioni per integrare il centro della città con la Destra Adige, non solo dal punto di vista architettonico ma anche sociale. «Spostare parte dell’attività dell’università, non dico un intero dipartimento ma ad esempio un corso, che magari non abbia necessità di spazi particolari come grandi laboratori, potrebbe essere un buon modo per creare una continuità» sostiene il capogruppo del Partito democratico Paolo Serra. «Teniamo conto che fra Piedicastello e il Duomo — prosegue il consigliere comunale — vi sarebbe una distanza di soli 700 metri». In questo modo si verrebbe a creare un collegamento fra il nuovo possibile studentato, le sale mensa e la biblioteca.